Varie, 17 giugno 2006
SOTTILE
SOTTILE Salvatore Milazzo (Messina) 30 maggio 1958. Politico. Ex portavoce di Gianfranco Fini. Arrestato il 16 giugno 2006 nell’ambito dell’inchiesta che portò in prigione anche Vittorio Emanuele. Nel giugno 2009 condannato a 8 mesi di reclusione per aver mandato un’auto blu a casa di Elisabetta Gregoraci, attualmente moglie di Flavio Briatore, perché lo raggiungesse alla Farnesina. Il tribunale, oltre a disporre la sospensione della pena e la non menzione nel certificato penale, ha ridimensionato l’accusa: peculato d’uso invece che peculato e basta, reato più grave. Sottile, che farà appello, confida nell’assoluzione • «[...] è qualcosa di più delle cariche - capo ufficio stampa del partito e portavoce di Fini - che formalmente ricopre: è da sempre l’ombra del leader. Da quando, in quell’estate del 1994, Francesco Storace lo presentò all’allora segretario del Msi, raccomandandoglielo perché lo assumesse al suo posto. Il futuro ”epurator” infatti era appena diventato deputato e Fini, dopo una breve parentesi con Niccolò Accame, era in cerca di un nuovo portavoce. Sottile a quel tempo già non era di primo pelo: portato a Roma da Domenico Nania a metà degli anni Ottanta, era stato assunto al Secolo come giornalista, trovandosi come ”compagni di banco” Italo Bocchino e il futuro ministro Mario Landolfi. Ma quello del Secolo è solo un trampolino di lancio: dopo un’apparizione come ufficio stampa di Teodoro Buontempo, Sottile passa a lavorare insieme ad Alfredo Pazzaglia, allora capogruppo del Movimento sociale alla Camera. Una funzione chiave quella di Sottile (solo ”Salvo” per gli amici, i giornalisti e i collaboratori) sempre un passo dietro Fini, sempre presente a tutti i vertici, le riunioni del governo, i consigli dei ministri e poi l’esperienza alla Farnesina, i viaggi, i congressi del partito, le riunioni fiume a via della Scrofa. Un rapporto quasi simbiotico quello con Fini, che in questo siciliano dall’aspetto massiccio e dai modi un po’ ruvidi ha sempre riposto la massima fiducia. La vicinanza con il leader, ovviamente, negli anni gli ha scatenato contro le invidie e a volte la palese avversione (cordialmente ricambiata) di molti dei maggiorenti del partito. Specialmente quando Fini [...] decise di fare piazza pulita delle correnti e di "’spianare” i colonnelli. E Sottile, come sempre, s’incaricò di spiegare e giustificare all’esterno l’operato del suo dante causa. Sposato con Debora, niente figli, Sottile vive in affitto ed è il classico esempio di uno che gli americani chiamerebbero ”workaholic”, un drogato di lavoro. Un atteggiamento, il suo, che tre anni fa poteva costargli molto caro. Una notte di marzo, a una festa a casa di amici, Sottile infatti ci stava per lasciare le penne. Ebbe un infarto, ma mentre l’ambulanza lo portava via era lui che cercava di rassicurare i presenti e non il contrario. Dopo l’angioplastica, chi si aspettava una sua uscita di scena ne rimase deluso. Un mese dopo Sottile era di nuovo in Transatlantico, a spiegare il Fini-pensiero. I suoi collaboratori, [...] in lacrime all’annuncio degli arresti domiciliari, lo adorano. ” un uomo molto generoso - raccontano - tanto che arrivò a vendere i mobili del suo bell’ufficio perché non c’erano i soldi per pagarci i computer”. Alle ultime elezioni corse voce di una sua candidatura alla Camera, forse perché Fini aveva deciso di mettere in lista tutti i suoi fedelissimi, da Checchino Proietti a Marco Martinelli. Invece non se ne fece niente. A leggere il suo nome suoi giornali, nella lista dei ”trombati”, Sottile ci rimase male e s’arrabbiò moltissimo. L’immunità parlamentare l’avrebbe oggi messo al riparo dal pm Woodcock» (Francesco Bei, ”la Repubblica” 17/6/2006).