La Repubblica 14/06/2006, pag.1-13 Fabrizio Ravelli, 14 giugno 2006
Dove funziona la stanza del buco. Repubblica 14 giugno 2006. Zurigo. Anche quello? Sì, anche quello lì in giacca e cravatta
Dove funziona la stanza del buco. Repubblica 14 giugno 2006. Zurigo. Anche quello? Sì, anche quello lì in giacca e cravatta. E quell´altro, che sembra un tranquillo pensionato? Anche lui. Vengono per il terzo "buco" della giornata. Un saluto all´infermiera, ormai si conoscono. Due chiacchiere sul tempo, oggi fa un caldo che Zurigo sembra Catania. La siringa è già pronta. Il laccio emostatico. Il batuffolo di cotone per disinfettare. Grazie, arrivederci a domani mattina. Ci lasciano dare un´occhiata a questo tran-tran dell´eroina, all´andirivieni di tossici della mutua, con l´accordo che non disturbiamo nessuno. Della mutua, sì: qualche anno fa i «clienti» pagavano 15 franchi al giorno, per tre dosi. Oggi la faccenda è a carico del servizio sanitario. Le cosiddette stanze del buco di cui si torna a discutere e straparlare in Italia, qui in Svizzera sono un esperimento quasi del tutto consegnato agli archivi. Qui a Zurigo, ormai da undici anni, va avanti il progetto di somministrazione controllata di eroina. I "clienti" non si devono portare l´eroina da casa, come si faceva anche qui nelle "gassenzimmer" e nell´ex stazione ferroviaria di Letten. Non la devono comprare dallo spacciatore. lo Stato (meglio, il municipio) che gliela fornisce. Eroina pulita, prodotta in una pulitissima azienda farmaceutica, senza strane e mortali sostanze da taglio, a concentrazione controllata. E funziona. Per meglio dire, funziona sotto molti punti di vista. Il principale è quello di chi non vuole avere più morti per "buco", e nemmeno tossici costretti a rubare e rapinare per pagarsi la dose. Funziona anche perché il numero di eroinomani, da quando esiste l´eroina della mutua, è calato dell´82 per cento. Lo spiega una ricerca dell´università di Zurigo, appena pubblicato dalla prestigiosa rivista inglese Lancet. Ormai, di questi centri "Drop in" a Zurigo ne sono rimasti aperti solo tre, e hanno in tutto 260 clienti. E Zurigo è sempre stata la piazza principale per l´eroina in Svizzera, con il 25 per cento dei tossici complessivi. Sono lontani i tardi anni Ottanta, quando la Confederazione aveva il record europeo delle morti per "buco". E sono quelli gli anni in cui, con la tradizionale concretezza venata di ipocrisia, gli svizzeri hanno cominciato ad affrontare il problema. Non a parlarne nei talk-show, ma a sperimentare. L´andirivieni di "clienti" dei tre buchi al giorno è uno spettacolo, diciamo così, istruttivo perché mostra come la marginalità dell´eroina sia cambiata. Era una marginalità segnata dalla composizione sociale dei consumatori, dal loro essere numerosi ma "alternativi" e costretti alla coabitazione con il degrado fisico, col furto, con la prostituzione, con lo spaccio. Molti ricordano ancora il primo, disastroso esperimento zurighese, quello di Platzspitz. Si stabilì (era il 1986) che un parco cittadino diventasse zona franca per il consumo di eroina. Si confinarono tutti i tossici in quello che, in mezza Europa, divenne famoso come "Needle Park", il parco dell´ago. Venivano da mezza Europa, appunto, accuditi da funzionari che fornivano siringhe pulite e da solerti spacciatori. Oggi la marginalità degli eroinomani di Zurigo è solo numerica. Sono una specie in via di estinzione, o quanto meno in forte declino. Sono persone normali, ben inserite nella società. Hanno una famiglia, una casa, un lavoro regolare. E, sempre più spesso, cominciano ad essere anzianotti. «Sì, invecchiano - dice Michael Herzig, responsabile municipale del progetto - Non muoiono più, sono in buone condizioni di salute. Vivono in una condizione sociale migliore, e non più in mezzo a una strada. Da questo punto di vista, noi possiamo certamente dire che l´esperienza ha successo». E non devono nemmeno più pagare quei 15 franchi al giorno, dei quali 7 andavano a coprire il costo dell´eroina. Sì, perché l´eroina costa pochissimo. All´inizio della faccenda, gli svizzeri la importavano da Gran Bretagna e Belgio, dove poteva essere prescritta come analgesico. «Poi abbiamo cominciato a prenderla in Francia - spiega Herzig - Finché la Francia non ha cambiato idea. Ora è l´ufficio federale della salute a farsela fornire da un´azienda svizzera. una versione farmacologica di eroina». E c´è un altro aspetto. L´eroina, almeno qui, è passata di moda. rimasta una droga da sfigati, e forse il veder tranquillamente invecchiare come onesti lavoratori i tossici ha reso l´eroina molto meno attraente per i giovani. Herzig di questo non parla volentieri: «D´accordo, possiamo forse dire che ora l´eroina è meno fashion, e che viene vista come una droga da perdenti. Ma dal punto di vista scientifico, questo non ci interessa. Sappiamo che le diverse culture, o sottoculture, degli stupefacenti possono cambiare. E che magari l´eroina tornerà in auge». Infatti, non è così dappertutto. Lo stesso studio pubblicato da Lancet mostra che in Australia, Italia e Inghilterra, paesi che non hanno esperienze simili alla Svizzera, il consumo di ero cala poco vistosamente (Inghilterra), o va su e giù (Italia), o aumenta (Australia). Si potrà quindi pensare quel che si vuole dell´eroina di Stato, ma in termini di costi e benefici il bilancio è positivo. Il tasso di microcriminalità è diminuito del 70 per cento, senza calcolare il danno inflitto ai profitti dello spaccio. A Zurigo città c´erano nuovi 850 eroinomani nel 1990, e nel 2002 erano calati a 150. C´è poi circa un 10 per cento di "clienti" della somministrazione controllata che passano ad altre sostanze come il metadone (venduto in farmacia dietro ricetta). E non parliamo di quanto sono soddisfatti i borghesi di Zurigo, che non hanno più sotto gli occhi i tossici macilenti sulla Bahnhofstrasse delle banche e delle gioiellerie. Per non dire del costo economico: agli inizi dell´esperimento si calcolò che in tutta la Confederazione si risparmiavano 4,5 milioni di franchi in spese di giustizia e polizia, 300 mila in danneggiamenti, e 73 mila di spese mediche. Il beneficio era di 96 franchi al giorno per paziente, che ne costava 51. Risparmio, 45 franchi. Fabrizio Ravelli