Varie, 14 giugno 2006
LUSETTI
LUSETTI Renzo Castelnovo di Sotto (Reggio Emilia) 4 settembre 1958. Politico. Eletto alla Camera nel 1987 e 1992 con la Dc, nel 2001 col Ppi, nel 2006 con l’Ulivo, nel 2008 col Pd, nel gennaio 2010, in disaccordo con la candidatura di Emma Bonino alla presidenza della Regione Lazio, è passato all’Udc • «[...] Una volpe di lungo corso [...] che dopo aver mollato il Pd è divenuto in 24 ore il responsabile Enti locali dell’Udc [...]» (Carlo Bertini, ”La Stampa” 21/3/2010) • «[...] è in politica da una vita, lanciato da Ciriaco De Mita e approdato tra i rutelliani di stretta, anche se non strettissima osservanza, dopo aver percorso diverse strade, pur sempre postdemocristiane. Un’unica, isolata, tentazione: Berlusconi lo invitò ad Arcore, nel febbraio del 2000 chiedendogli di passare a Forza Italia, dato che nel Ppi aveva vinto Castagnetti e avevano perso lui e Franceschini. Ma disse di no. Sempre sorridente, grande imitatore dello stesso De Mita, sempre pronto a dichiarare. [...]» (Roberto Zuccolini , ”Corriere della Sera” 18/12/2008) • «[...] porta con orgoglio il nome del nonno sparito dopo la Liberazione nel ”triangolo della morte” [...] il padre di sua madre Nella [...] Dopo l’8 settembre del 1943 la camicia nera la indossava di rado, diceva che nessuno sarebbe andato a prenderlo perché lui, Renzo Rainieri, macellaio nato a Campegine (Reggio Emilia) nel 1906 e iscritto al partito fascista, non aveva fatto nulla di male. ”Semmai ho fatto del bene, io. Ho dato sempre la carne a chi aveva fame, anche ai comunisti”. Invece i partigiani andarono a prenderlo. Era il 24 marzo del 1945, aveva 39 anni, una moglie e tre figlie. Nessuno vide. O almeno, nessuno parlò. ”Se trovassi le ossa di mio nonno, se riuscissi a sapere come è morto, spezzerei un percorso di dolore durato sessant’anni”. [...] Rainieri era tornato nel ’40 dalla guerra d’Africa a Campegine, il paese dei fratelli Cervi, dove dava una mano al parroco come campanaro. Si pensava al sicuro, perché si sentiva nel giusto. ”Di fuggire all’estero non voleva saperne, diceva di non temere nulla perché era generoso” ricorda Lusetti, che ha raccolto le memorie della nonna materna. Quel sabato sera il macellaio disse che andava a dar da mangiare al cavallo. ”Mi fermo a fare quattro chiacchiere dai Cantoni...”. Ma dai vicini di casa, il campanaro non ci arrivò mai. ”Fu un agguato, lo presero sotto ai portici. I Cantoni erano comunisti e mia nonna Alberta, che è morta quattro anni fa dopo aver fatto fino al ’68 la perpetua e la campanara, era convinta che sapessero. Il mattino dopo la moglie andò alla prima messa col terrore di trovarlo morto davanti alla canonica”. Poi la speranza di rivederlo vivo, quindi di recuperare il corpo e ora alla famiglia basterebbe sapere come fu ucciso. ”C’era molta omertà, dicevano ”sta in montagna con i partigiani, poi lo liberano’. La storia di Rainieri si intreccia con quella, più nota, di don Umberto Pessina, il parroco di San Martino Piccolo freddato dai partigiani con due colpi di pistola. Era lo zio del padre di Lusetti [...]» (Monica Guerzoni, ”Corriere della Sera” 9/12/2005) • Accusato di far parte della lobby cattolica: «Macché. Io sono tutto fuorché integralista» (R. Zuc., ”Corriere della Sera” 14/6/2006).