14 giugno 2006
Tags : Serge. July
July Serge
• Nato a Parigi (Francia) il 27 dicembre 1942. Giornalista. Ex direttore di ”Libération”, che aveva fondato nel ’72 (con altri ”maoisti”, e sotto il patrocinio di Jean Paul Sartre). «[...] La creazione di ”Libération” fu decisa nel 72 dalla direzione della Gauche Prolétarienne, il movimento maoista di cui July reduce della rivolta studentesca del ’68 faceva parte. ”Eravamo dei giovani chic, ispirati da La conspiration di Paul Nizan e da L’èducation sentimentale di Gustave Flaubert”, ha scritto Marc Kravetz, all’epoca amico di July, e poi diventato uno dei grandi inviati speciali di ”Libération”. I redattori del nuovo quotidiano, di cui uscì il primo numero nel maggio ’73, non erano prigionieri dei testi politici. La letteratura contava. July dava ai compagni l’impressione di essere un ”esteta dilettante”, ma in realtà nella redazione che preparava le bozze di prova del nuovo quotidiano aveva il ruolo di un commissario politico. Diventò presto il capo. Nel ’75, quando Sartre, accompagnato da Simone de Beauvoir, andò a Lisbona, nel pieno della ”rivoluzione dei garofani”, July era al suo fianco. La grande impresa giornalistica di ”Libération” comincia tuttavia dopo la morte di Sartre. A guidarla è sempre July, ma non più nella veste di un direttore militante politico. In breve tempo, con una forte accelerazione all’avvento della sinistra al potere (ed è la prima volta nella Quinta Repubblica), il suo quotidiano entra in competizione con la grande stampa nazionale. Diventa governativo e il preferito dalle élites parigine. Libération è il giornale alla moda. letto nelle università, nei ministeri, nei circoli intellettuali. July compie la trasformazione con grinta, con sfrontatezza, con abilità. Non senza eleganza. Con Mitterrand presidente, lui è quasi di casa al Palazzo dell´Eliseo. Quando nell’83 Mitterrand rinuncia di fatto al suo socialismo alla francese, e si adegua ai principi economici della Comunità europea, July lo sostiene. Quando entra in diretta competizione con la grande stampa parigina, ”Libération” conta collaboratori prestigiosi. Tra questi Michel Foucault. E alcuni suoi inviati speciali sono tra i migliori, non solo in Francia. Tra questi Jean Marcel Bouguereau e Marc Kravetz. Molti dei fondatori hanno abbandonato il giornale lungo la strada, per dissensi politici o per incompatibilità con July, sempre più autoritario nel ruolo di patron assoluto. E sempre più ambizioso nei suoi progetti. Il rilancio del giornale, nel 1993, chiamato Libé 3, ha come obiettivo di insidiare la posizione dominante di Le Monde. Sarà un insuccesso. Ed anche l’inizio di gravi difficoltà finanziarie, che dopo altre esperienze con azionisti vari, condurrà Libération nelle mani di Edouard Rothschild. L’ex militante della Sinistra proletaria ha accettato i principi del capitalismo ma non si è mai adeguato alle sue regole economiche. Libération di July ha seguito una parabola gauchista (quasi) classica. Vale a dire che da un estremismo radicale è passato via via a un moderatismo realistico, e talvolta accomodante. Evitando la deriva che in Italia (in un contesto politico diverso, è vero) ha portato non pochi da Lotta Continua al berlusconismo. Con July, Libération ha conservato uno stile giornalistico incisivo, spesso coraggioso, e sul piano culturale tutt´altro che ovvio. In non pochi casi arrogante. L’alterigia originaria è rimasta intatta, nonostante l’abbandono dell’ideologia iniziale. stata e forse resterà una qualità di Libération. Quella di July è stata insomma una grande avventura giornalistica. Al tempo stesso la sua parabola personale rappresenta abbastanza bene, in Francia, l’insuccesso sul terreno politico della generazione del ’68» (Bernardo Valli, ”la Repubblica” 14/6/2006). Licenziato nel 2006: «Serge July se ne va, accetta un umiliante licenziamento per salvare Libération, il giornale che ha fondato trentatré anni fa con Jean-Paul Sartre. Una svolta nella storia del giornalismo transalpino, perché Libération ha fatto epoca ed è stato, a suo modo, un modello. E fa scalpore che a licenziare l’ex militante maoista sia il nuovo proprietario del giornale, rampollo di una delle grandi dinastie finanziarie europee, Edouard de Rothschild. Uomo atipico nella sua famiglia, portato nel capitale di Libération proprio da July, che faticò a convincere i suoi giornalisti ad accettarlo. Un anno dopo il suo arrivo come primo azionista dell’azienda, di cui possiede il 38,8 per cento, Rothschild ha detto chiaro e tondo che è disposto a mettere ancora soldi nel giornale a patto che July se ne vada. I due non si sopportano più. Una questione personale, caratteriale, che si sovrappone alla crisi del quotidiano. [...] L’azionista di maggioranza non ha più fiducia nella gestione July. I 20 milioni di euro iniettati un anno fa sono già stati inghiottiti: il 2005 si è chiuso con 6 milioni di perdite e 7 milioni spesi per finanziare la soppressione di 55 posti di lavoro. E le cose non vanno meglio nel 2006: nel primo trimestre, Libération ha perso 2,5 milioni, mentre le previsioni parlavano di un deficit di 3,5 milioni in dodici mesi. E in aprile il disavanzo (950 mila euro) è stato quasi quattro volte superiore al preventivo. Rothschild ha detto basta: è pronto a tirar fuori altri 15 milioni, ma vuole nuovi dirigenti. Con July sarebbe ancora aperto un contenzioso sulla sua liquidazione: il fondatore chiede 500 mila euro, il proprietario trova la richiesta ragionevole, ma impossibile da soddisfare in questo momento di crisi. [...]» (Giampiero Martinotti, ”la Repubblica” 14/6/2006).