Informativa mandata da Parrini a Dell’Arti, 14 giugno 2006
Lo scudetto vinto a Napoli nel 1990 fu contestatissmo: alla quart’ultima giornata i partenopei inseguivano ad un punto il Milan, che pareggiò 0-0 a Bologna
Lo scudetto vinto a Napoli nel 1990 fu contestatissmo: alla quart’ultima giornata i partenopei inseguivano ad un punto il Milan, che pareggiò 0-0 a Bologna. Maradona e compagni non ne approfittarono, impattando anche loro 0-0 a Bergamo con l’Atalanta, ma grazie a una monetina che colpì in testa il brasiliano Alemao (grandissimi sospetti che fosse tutta una sceneggiata, memorabile il massaggiatore Carmando che lo incita a non rialzarsi), ebbero partita vinta 2 a 0 a tavolino e fecero l’aggancio. Non bastasse, alla penultima giornata il Milan perse 2-1 a Verona: i gialloblu, terzultimi in classifica, fecero la partita della vita, ma una grossa mano venne dall’arbitro Lo Bello (Rosario, figlio del ben più noto Concetto) di Siracusa che, è storia, massacrò i rossoneri. Ha raccontato Arrigo Sacchi: "Rijkaard, che come me, come Van Basten e come Costacurta, venne espulso, prima di uscire dal campo si avvicinò al signor Lo Bello e poi, d’improvviso, tornò indietro. Negli spogliatoi gli chiesi che cosa volesse fare e lui mi rispose: ”Volevo picchiarlo”. Si sarebbe rovinato la carriera, ma vista la forza che aveva Frank avrebbe rovinato anche Lo Bello...".