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 2006  giugno 10 Sabato calendario

Siamo una città che sniffa. La Stampa 10 giugno 2006. Tredicimila dosi di cocaina consumate ogni giorno nel Torinese: nove dosi ogni mille abitanti

Siamo una città che sniffa. La Stampa 10 giugno 2006. Tredicimila dosi di cocaina consumate ogni giorno nel Torinese: nove dosi ogni mille abitanti. A lanciare l’ultimo grido di allarme è la Società Metropolitana Acque Potabili di Torino (Smat), sulla base di un indicatore insolito: si tratta delle acque reflue raccolte nelle fogne e poi convogliate verso il depuratore di Castiglione Torinese, dove vengono trattati gli scarichi di circa un milione 460 mila abitanti. Torino ma non solo, visto che altri 25 Comuni si avvalgono dell’impianto (con una portata di 7.400 litri al secondo). L’indagine, realizzata con il supporto del Dipartimento di Chimica Analitica, è stata condotta in due periodi diversi - novembre 05-febbraio 06 - sulle acque reflue in ingresso e in uscita dal depuratore. Obiettivo: dimensionare il consumo di cocaina nel Torinese partendo dalle concentrazioni ambientali, sulla falsariga delle ricerche condotte nel 2005 (ma su un’area più vasta) dall’Istituto Mario Negri di Milano. Alla fine sono stati rilevati 169 nanogrammi per litro di cocaina e 866 di benzoilecgonina, il derivato della cocaina parzialmente metabolizzata dall’organismo umano. Questi dati, elaborati prendendo come riferimento una dose media di cocaina di 0,1 grammi, permettono di effettuare una stima sul consumo in termini assoluti e in termini di dosi/giorno ogni mille abitanti. «Le analisi svolte sui campioni, 16 per ogni periodo, misurano con notevole attendibilità le concentrazioni dei residui nel metabolismo umano», spiega Paolo Romano, amministratore delegato Smat. Si parte da una premessa: una volta assunta, la cocaina induce la produzione di un metabolita - la benzoilecgonina appunto -, particolarmente stabile e quindi facile da rintracciare; chi fa uso di questa droga la espelle con l’urina per il 5-6% come cocaina pura e per il 50% come metabolita. Entrambe le molecole possono essere rilevate con apparecchi sofisticati nelle acque dei fiumi o dei depuratori. E’ quello che ha fatto la Smat. «Abbiamo analizzato anche le acque del Po, a monte del potabilizzatore di Italia ’61 e a valle di piazza Vittorio, ma senza grandi risultati - aggiungono dall’azienda -. Decisamente più interessante la campionatura degli scarichi». Non solo: i controlli sui reflui dimostrano che il depuratore abbatte le due molecole al 95%. La ricerca è stata seguita con interesse dalle forze dell’ordine. Romano conferma: «La Polizia di Stato ci aveva chiesto se dalle acque si poteva risalire ad aree territoriali specifiche, caratterizzate da una concentrazione maggiore di cocaina, ma è troppo difficile restringere il tiro fino a questo punto». Ok per la cocaina. E le altre droghe? Il problema, ci spiegano, è applicare questo metodo a sostanze stupefacenti, come l’eroina e la cannabis, di cui non sono ancora state trovate le «molecole-sentinella». La sfida è appena iniziata. Alessandro Mondo