varie, 11 giugno 2006
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MONGIELLO Giovanni. Foggia 1 maggio 1942. Sottosegretario delle Politiche Agricole nel Prodi II. Ex sindaco di Foggia, eletto deputato (Dc) nell’83, 87, 92, sottosegretario alla Marina Mercantile nell’Andreotti VI e VII, sottosegretario al tesoro nel Berlusconi I, eletto deputato nel 2001 col Biancofiore (Casa delle Libertà)
MONGIELLO Giovanni. Foggia 1 maggio 1942. Sottosegretario delle Politiche Agricole nel Prodi II. Ex sindaco di Foggia, eletto deputato (Dc) nell’83, 87, 92, sottosegretario alla Marina Mercantile nell’Andreotti VI e VII, sottosegretario al tesoro nel Berlusconi I, eletto deputato nel 2001 col Biancofiore (Casa delle Libertà). «[...] pochi nel Parlamento italiano vantano la sua funambolica mobilità. Nella sua vita, Mongiello è stato democristiano (prima demitiano, poi gavianeo), poi è passato nel Ccd, poi in Rinnovamento Italiano, poi nella Dc di Flaminio Piccoli, poi nel Cdu di Buttiglione, poi nell’Udc di Follini, poi ha varcato il Rubicone ed è approdato nell’Udeur ed infine, alle recenti elezioni politiche, è stato candidato da ”battitore libero” nelle liste dell’Ulivo in Sicilia. Il posto in lista non era buono, ma lui accettò per un motivo che spiegava in quei giorni ai suoi amici: ”Sono tranquillo: anche se non sono eletto, D’Alema mi ha garantito una grossa soddisfazione...”. Ma che c’entrerà mai il ministro degli Esteri? Millantato credito? Certo, Mongiello è un pugliese estroverso e si raccontano di lui aneddoti saporiti. Come quella volta che Mongiello fu ospite in casa di Antonio Gava. Era una delle innumerevoli circostanze nelle quali Arnaldo Forlani, eterno candidato al Quirinale e alla segreteria Dc, resisteva all’ennesima tentazione. E Mongiello, davanti alle fumisterie forlaniane, prese per la cravatta il malcapitato Arnaldo e gli urlò: ”Ma lo capisci che ti devi candidare?”. Antonio Gava non gradì e accompagnò Mongiello alla porta. Dunque, un temperamento fumantino. Ma quell’accenno a D’Alema probabilmente si può collegare ad una vicenda che ha segnato la fortuna del neosottosegretario: le elezioni regionali in Puglia del 2005. In quei mesi Mongiello era restato senza casa, appena espulso dall’Udc di Marco Follini, col sospetto di ”intelligenza col nemico” Silvio Berlusconi. Ma Mongiello - come sempre - puntò tutto su quello che gli sembrava il cavallo vincente: il centrosinistra. Mise su una lista a sostegno di Nichi Vendola e, pur non riuscendo ad eleggere neanche un consigliere regionale, i voti del suo partitino risultarono determinanti. in quella occasione, sostiene Mongiello, che il segretario della Margherita pugliese Gero Grassi e Massimo D’Alema apprezzarono la sua opera, al punto da promettergli un futuro. Vero? Falso? Verosimile? Siamo nell’estate del 2005 e in attesa delle Politiche, Mongiello si ”parcheggia” nell’Udeur. Una specialità dell’uomo la sosta temporanea in un partitino di frontiera. Prima delle Politiche del 1996 Mongiello si presenta alla corte di Lamberto Dini, ma non è fortunato: ottenuta ospitalità da Vittorio Cecchi Gori nel suo magnifico palazzo a Fontanella Borghese a Roma, finisce per litigare col produtture-onorevole e al tempo stesso non suscita la simpatia di Lady Dini. Dal 1996 al 2001 l’ex sindaco di Foggia resta fuori dal Parlamento. Ma riuscirà a risorgere. [...]» (Fabio Martini, ”La Stampa” 11/6/2006).