Guido Olimpio Corriere della Sera 3/3/2006, 3 marzo 2006
Nato 37 anni fa a Mafrak, in Giordania, il terrorista appartiene alla povera tribù dei Beni Hassan
Nato 37 anni fa a Mafrak, in Giordania, il terrorista appartiene alla povera tribù dei Beni Hassan. Il suo vero nome è Fadil Nazal Al Khalayleh. Giovanissimo, cerca di aiutare la famiglia vendendo ed affittando videocassette. Non ha fortuna. E soprattutto ha da pensare a cose più importanti. Abu Musab diventa molto religioso, impara a memoria il Corano, scopre la militanza. Insieme ad altri giordani va in Afghanistan a combattere i sovietici. Esperienza fondamentale, che lo trasforma in un soldato della fede. Quando torna in patria entra in un gruppo clandestino, finisce in galera e torna libero grazie a una amnistia. Ma ormai ha scelto la sua strada. Alla fine del 2000 è di nuovo in Afghanistan dove fonda un proprio campo d’addestramento a Herat riservato solo a giordani o palestinesi. Fonda il suo gruppo, Al Tawhid. Un suo ex compagno sostiene che in realtà Al Zarkawi è «un oppositore di Al Qaeda», nel senso che preferisce attacchi contro obiettivi ebraici. I suoi ideologi sono il siriano Abu Musab o Masab, Abu Basir e il giordano Al Makdisi. Sono dei duri e puri, hanno parole di fuoco tanto per i «crociati» che per gli sciiti «eretici». I loro testi circolano, con successo, anche tra gli integralisti delle città italiane. Con lo scoppio della guerra in Iraq, Al Zarkawi diventa «internazionalista». Tira dalla sua parte i curdi islamici di Al Ansar, recluta volontari in Europa (Italia inclusa) che si trasformano in kamikaze a Bagdad, stringe alleanza con gruppuscoli turchi, contribuisce alla nascita di una nuova formazione, Ansar al Sunna. I suoi uomini uccidono un diplomatico Usa ad Amman, altri si mescolano alla guerriglia irachena. La tesi investigativa è che gli attentatori rispondono ai suoi ordini. Non sempre è dimostrabile ma intanto Al Zarkawi è diventato il Nemico numero due. Guido Olimpio 03 marzo 2004