Varie, 10 giugno 2006
BHUMIBOL ADULYADEJ
BHUMIBOL ADULYADEJ Cambridge (Stati Uniti) 5 dicembre 1927. Re. Di Thailandia. Col nome di Rama IX • «[...] Sassofonista jazz, compositore. Performance con Benny Goodman e Lionel Hampton [...] Nel mondo non c’è sovrano da più tempo sul trono. [...] L’affezione del popolo per Bhumibol è sincera e assoluta. Le leggi contro la lesa maestà, invocate da politici per inguaiare gli avversari, non sono soltanto decorative. Certi divieti, come quello di offendere l’immagine del re sulle monete, sono considerati ovvi. La riservatezza sui retroscena di corte è assoluta, il tono dei giornali ossequioso, la tv sostituisce il pettegolezzo con interminabili cronache di inaugurazioni e cerimonie che coinvolgono membri della famiglia reale. E certi argomenti, come le circostanze che lo portarono sul trono il 9 giugno 1946, sono tabù. È il sangue, infatti, che ha fatto di Bhumibol un monarca. Quello misterioso del fratello maggiore Ananda, trovato nel letto con una pallottola in testa. Bhumibol lasciò Losanna e convertì i propri studi da scientifici a politico-giuridici. Nel regno, sopravvissuto alle golosità coloniali francesi e britanniche e poi all’invasione giapponese, il giovanissimo sovrano portò dall’Europa la sua passione per il jazz. Aveva allora un sax di seconda mano, da 300 franchi, e un maestro alsaziano. [...] la sua prima composizione, Saeng Tien, il “blues delle candele” [...] i thailandesi gli sono grati per aver tentato di ammorbidire il pugno dei dittatori di destra che si sono succeduti, riportato la calma dopo incidenti sanguinosi come quelli del 1992, aver mediato contrasti, non ultima la crisi delle scorse settimane, culminata con le elezioni anticipate indette dal premier- magnate Thaksin Shinawatra e poi annullate. A volte gli andò male. Nel 1976 i generali, temendo l’onda rossa dell’Indocina, massacrarono gli studenti: il Bhumibol di allora era un re atterrito all’idea di fare la stessa fine del sovrano del Laos, rovesciato dai comunisti vittoriosi. Meglio dopo. Progetti nei villaggi, brevetti per tecniche di depurazione dell’acqua. [...]» (Marco Del Corona, “Corriere della Sera” 10/6/2006).