Riccardo Bontempi, Libero 4/6/2006, pagina 11., 4 giugno 2006
Ricucci a Regina Coeli «sembra tornato il Ricucci di sempre, quello che tutti conoscono: sguardo vispo, lingua veloce e battuta pronta
Ricucci a Regina Coeli «sembra tornato il Ricucci di sempre, quello che tutti conoscono: sguardo vispo, lingua veloce e battuta pronta. Finanziere e guascone. Tanto da diventare la star della settima sezione, l’idolo delle guardie, che gli aprono la cella, lo fanno passeggiare in corridoio e gli offrono sigarette. A due celle dalla sua c’è gaetano Tripodi, l’uomo accusato di aver decapitato la moglie ai primi di maggio. Da quando è stato arrestato non parla con nessuno, è guardato a vista e la sua stanza è completamente vuota per evitare che compia gesti inconsulti. Quella di Ricucci, invece, è piena. Lunga e stretta, pulita e ordinata, c’è un po’ di tutto: la tv, le carte processuali, copie del Sole-24 Ore, qualche libro, "Io uccido" di Giorgio Faletti e un giallo di John Grisham. Un bel pacco di lettere: la gente gli scrive, gli esprime solidarietà, specie i giovani, che lo ammirano perché dal niente è arrivato in cime. "Non mollare, fatti forza, sei un esempio per tutti noi", è il tono della maggior parte delle missive. Anche lettere di donne: si sa, i vip in carcere fanno incetta di cuori femminili. Anche se quello di Ricucci continua a battere solo per la sua Anna. Sul letto a castello dove dorme sono appesi una giacca nera e una camicia bianca. Manca la cravatta, ma forse quella non gliela fanno tenere. Del resto, non siamo al grand hotel. Lui [...] è abbastanza in forma: un po’ dimagrito, capello fluente, tuta blu elegante, scarpe comode ma griffate, golfino gettato sulle spalle. L’umore è buono: forse intuisce che presto verrà liberato. Anche se nega di aver cambiato strategia difensiva. Insomma, secondo l’immobiliarist, non è vero quello che raccontano i giornali: Ricucci non ha iniziato a parlare, a fare i nomi dei soci occulti che sarebbero dietro la sua scalata al Corriere (il gruppo francese Lagadère? Silvio Berlusconi?). "Forse i giudici devono trovare una scusa per farlo uscire", osserva Stracquadanio (senatore di Forza Italia). Ricucci, invece, continua a sostenere di essere stato incastrato, di essersi trovato in mezzo a una guerra dove alla fine ha fatto da capro espiatorio, da agnello sacrificale. Racconta che non voleva lanciare nessuna Opa, perché per scalare il Corriere ci vogliono 5 miliardi di euro, che lui non ha mai avuto. Semmai voleva entrare nel patto di sindacato, sedersi al fianco di Luca di Montezemolo e Diego Della Valle. Entrare nel salotto buono. Ma non gliel’hanno permesso. Gli hanno chiuso la porta in faccia, perché in Italia se non hai il doppio cognome c’hai la rogna. Si lamenta, Ricucci, di essere stato incastrato per tre telefonate, mentre Moggi ne faceva 460 al giorno e non gli torcono nemmeno un capello. degli intrallazzi di Fiorani, Consorte e Fazio lui dice di non sapere nulla. Anche se, secondo l’immobiliarista, l’operazione di Consorte su Bnl è tecnicamente perfetta, realizzata con tutti i tempi giusti».