Il Sole 24 Ore 05/06/2006, pag.3 Fabrizio Galimberti, 5 giugno 2006
Mondiale dei numeri: vince la Svezia. Il Sole 24 Ore 5 giugno 2006. Finalmente, sei continenti. Per la prima volta nella storia della Coppa del Mondo di calcio tutte le terre emerse saranno rappresentate nel torneo che si apre in Germania venerdì 9 giugno
Mondiale dei numeri: vince la Svezia. Il Sole 24 Ore 5 giugno 2006. Finalmente, sei continenti. Per la prima volta nella storia della Coppa del Mondo di calcio tutte le terre emerse saranno rappresentate nel torneo che si apre in Germania venerdì 9 giugno. Con l’arrivo dell’Australia, anche l’Oceania sarà presente all’appello delle squadre che vanno a competere nella Fifa World Cup 2006. Più rappresentativi di così non si può, dato che il settimo continente - l’Antartide - non ha molte probabilità di inviare una squadra "polosudista" alle prossime edizioni del torneo (a meno che, nei decenni a venire, l’effetto serra non porti a sciogliere i ghiacci e innalzare i mari, cancellando un po’ di nazioni costiere nel resto del mondo e rendendo invece abitabile almeno una parte dell’Antartide...). Chi vincerà, il 9 luglio, la Coppa che questa volta è veramente "del mondo"? Il sito della Fifa offre l’opportunità di giocare un Fantasy Game, per il quale però i dati di base saranno disponibili solo nei prossimi giorni. "Il Sole-24 Ore" ha comunque voluto giocare un altro game, prendendo le 32 squadre e facendole competere su altre arene. Invece di seguire le prodezze di 736 uomini in mutande che corrono come forsennati dando calci a un pallone, abbiamo allargato lo sguardo a tutto il miliardo e passa di abitanti dei 32 Paesi, e abbiamo cercato di capire quale di queste "squadre" merita di vincere (o chi ha già vinto?). Il metro di misura, naturalmente, non è più l’abilità calcistica, ma la capacità di tenere la testa alta in una competizione mondiale di civiltà e di benessere. Sotto questo punto di vista di classifiche ce ne sono molte e tutte fanno gola ai media che regolarmente pubblicano le graduatorie dei Paesi secondo le più diverse angolazioni; naturalmente, i media non fanno altro che (cercare di) riflettere ansie e pulsioni del pubblico. E una delle più forti a questo riguardo è quella particolare crisi di identità che richiede di "situarsi" in rapporto agli altri e che richiede di sapere dove siamo, come siamo considerati, rispetto a chi siamo più bravi e rispetto a chi siamo meno bravi, soddisfando di volta in volta desideri di affermazione o di autoflagellazione. In omaggio alla globalizzazione geografica, abbiamo voluto "globalizzare" anche queste classifiche, prendendone una decina e collassandole in un solo indicatore complessivo: una specie di "superclassifica", quindi, degno contraltare a questa globale e appassionante Coppa del "gioco più bello del mondo". La scelta delle classifiche da collassare è naturalmente un po’ arbitraria, così come arbitrari sono i criteri di aggregazione delle singole dieci graduatorie. La scelta è stata condizionata dalla necessità di trovare classifiche che fossero allo stesso tempo significative e, soprattutto, disponibili per un mazzo di Paesi così disparati (dagli Stati Uniti al Togo, dalla Polonia al Ghana, dall’Arabia Saudita al Paraguay...). La scelta è caduta sulle variabili esposte nella tabella. Queste variabili spaziano dall’istruzione alla salute, dal benessere economico alla partecipazione nel mercato del lavoro, dall’agio con la tecnologia all’inquinamento, dalla libertà di stampa ai trasporti. Nell’aggregazione sono state pesate egualmente, ma in verità c’è, come in fondo è giusto, un "sovrappeso" delle tre variabili fondamentali: benessere economico, istruzione e salute. Questo perché una delle graduatorie, quella relativa all’Indice di sviluppo umano calcolato dalle Nazioni Unite, ricomprende a sua volta variabili - uguali o assimilabili - che sono state prese in esame anche separatamente. I risultati? Questa anomala "Coppa" vede vincitrice la Svezia. La quale Svezia (finalista alla Coppa del Mondo 1958) figura bene (all’ottavo posto) anche in una classifica più calcistica (disponibile al sito http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_football_teams_by_World_Cup_performance), che vede le squadre concorrenti elencate secondo un punteggio complessivo che riassume le loro gesta nelle diciassette Coppe del Mondo finora disputate (dal 1930 a oggi). In quest’ultima classifica l’Italia, com’era da aspettarsi, figura ancora meglio (al terzo posto), ma, quando si vada a guardare al benessere dei cittadini, in quanto distinto dal benessere dei calciatori, l’Italia scivola a metà classifica, senza infamia e senza lode. A partire dal prossimo venerdì, gli sguardi di milioni di italiani saranno incollati al televisore. Ma dopo il 9 luglio sarà bene ricordare che nella vita delle nazioni ci sono anche altri tornei da vincere... Fabrizio Galimberti