Il Venerdì 2/6/2006, pagina 170., 2 giugno 2006
Il Venerdì, 2 giugno 2006 Dopo quasi due anni di quasi totale astinenza con mio marito, è capitato che un collega abbia cominciato a farmi una corte sempre più insistente
Il Venerdì, 2 giugno 2006 Dopo quasi due anni di quasi totale astinenza con mio marito, è capitato che un collega abbia cominciato a farmi una corte sempre più insistente. Avevo un gran bisogno di sentirmi desiderata, lui era un tipo molto interessante, e così è cominciata una storia. Non ho fatto nulla per nasconderla a mio marito anche perché desideravo procurargli una reazione, ma niente di niente. Alcontrario lui pareva spingermi verso questa storia che gli eliminava un problema. la storia mi ha preso molto ma è capitato che in uno dei rarissimi incontri con mio marito rimanessi incinta. Tralascio i tormenti che sono seguiti, per me, l’altro e non pre mio marito, indifferente, e alla fine a causa di questa maternità seguita da una seconda, decisi di interrompere la storia. Quando il mio secondo figlio aveva tre anni mi accorsi che mio marito si era profondamente invaghito di una giovanissima donna. Giuro che mi è crollato il mondo addosso. Io l’amavo, avevo fatto di tutto, anche tradirlo, per averlo, e alla fine mi ritrovavo ad assistere all’impensabile. Sono seguiti quasi due anni di liti, chiarimenti e ripensamenti e lui ha chiuso la sua storia, dicendo che in fondo amava solo me. Sono trascorsi sei anni, io ne ho 46 e apparentemente andiamo d’amore e d’accordo, ma niente sesso. Da qualche mese dormo nel soggiorno anche perché lui russa, non faccio che ripetermi che non mi manca nulla. Però mi ritrovo a invidiare chi è sola perché può sperare di incontrare un compagno. Io so che non cercherò più calore fuori casa per rispetto dei miei meravigliosi figli dai quali non voglio essere mai giudicata. Mio marito mi ha reso molto triste e dentro di me nutro rancore nei suoi confronti per non essere stato chiaro con me. Nicoletta, Bari Forse suo marito è molto triste e nutre rancore verso di lei per averlo tradito, perché continua ad aspettarsi da lui qualcosa che non può darle, per aver rinunciato per lei a una passione che finalmente, immagino, l’aveva fatto uscire dal suo torpore sessuale. Io non so consolarla: penso comunque a quanto il matrimonio, la famiglia, di cui il papa continua a parlare come massimo baluardo della società, possano rendere infelici, far sentire prigionieri, cancellare l’amore e suscitare risentimento. D’altra parte lei ha fatto le sue scelte: si è presa un amante, forse per scuotere il gelido marito ma anche, mi auguro, per il suo piacere, poi lo ha lasciato per essere una madre irreprensibile. Quando suo marito si è invaghito di un’altra non ne ha approfittato per separarsi ma ha combattuto per riaverlo. Lo ha riavuto ma ciò che le mancava prima continua a mancarle. Ha ragione, tutto ciò è molto triste, anche perché lei sta attraversando quell’età in cui si comincia a rimpiangere ciò che non si è avuto e che continua a sembrare indispensabile; Niente però è più deleterio dei rimpianti: lei comunque dovrebbe liberarsi dallo sterile rancore per una persona con cui ha deciso di vivere e con cui divide quello stato di impazienza, noia, delusione, senso del dovere, rassegnazione, responsabilità ma anche serenità che è spesso il matrimonio. Natalia Aspesi