La Repubblica 08/06/2006, pag.53 Maurizio Crosetti, 8 giugno 2006
Totti: "Siamo un´altra squadra va a finire che sono il più sano". La Repubblica 8 giugno 2006. Dusseldorf
Totti: "Siamo un´altra squadra va a finire che sono il più sano". La Repubblica 8 giugno 2006. Dusseldorf. Non è l´ultima riga del suo ultimo libro di barzellette ma potrebbe, anche se non ride nessuno. "Aho´, qui va a finire che quello che sta meglio sono io". La catena di Sant´Antonio azzurra prevede Totti che incoraggia Gattuso che conforta Nesta che consola Zambrotta. "Cominciamo bene! Non siamo proprio fortunati, questa è un´altra Italia rispetto a quella che doveva essere". E´ il perfetto ritratto di una squadra disgraziata, l´altra Italia appunto, diversa da previsioni e sogni, ferita ogni reparto. Accade nel periodo più nero della storia del calcio italiano, a un giorno dall´esordio mondiale. Che altro? Francesco Totti, contro il Ghana probabilmente non giocherà. Con i compagni di squadra che cadono al ritmo di uno al giorno, il suo torneo è legato a una serie di incroci impossibili da indovinare, però si possono fare ipotesi. Le sette ipotesi su Totti. 1) Sta fuori e vinciamo. Convinto se non proprio vinto dall´evidenza, Lippi affronta gli africani con un centrocampo coperto, più di lotta che di governo. La tivù inquadra spesso Totti in panchina, che partecipa con sincera soddisfazione al successo azzurro. Al gol decisivo, balza in piedi come un tifoso: sarà l´unico vero scatto della serata. Adesso, però, chi glielo dice che contro gli americani gioca Del Piero? 2) Sta fuori e perdiamo. Non era il caso di affrettare il recupero, Totti negli ultimi allenamenti passeggiava, e un centrocampo senza Gattuso non poteva permettersi il peso atletico di un fantasista fuori condizione. Ma il Ghana ci ha fatto male. Se ci fosse ancora il Processo di Biscardi, dal video si sentirebbe strillare che Lippi avrebbe dovuto rischiare. Dovrà farlo contro gli Usa, nella gara da affrontare a zero punti, dunque già fondamentale. "Una finale anticipata", si commenta a Duisburg. 3) Entra ma è assente. L´ipotesi numero tre è la più ambigua, perché in fondo non dipende neppure dal risultato. Totti va in campo, tocca pochi palloni e nessuno decisivo. L´Italia vince lo stesso, oppure pareggia: niente di compromesso, però serve coraggio per insistere su di lui. Del Piero, che ha sostituito Totti a metà del secondo tempo facendo poche cose ma decenti, è il favorito per il ruolo di titolare contro gli americani. 4) Entra e gioca benino. Si vede che Totti sta meglio, è rimasto in partita a lungo, non ha sofferto troppo la scarsa condizione, ha inventato qualche pallone interessante per Toni, anche se il miglior Totti resta un´altra cosa. Lippi insisterà con lui, lo pretendono i progressi del campione e l´obbligo di riportarlo in forma per la seconda fase. Se ci sarà, una seconda fase. 5) Entra, gioca male ma vinciamo. Ampio dibattito in tutta la nazione: gli azzurri sono forti nonostante Totti? Con lui in panchina lo sarebbero di più? Visto che il Ghana è stato battuto comunque, non è forse giusto affidarsi ancora al giallorosso sperando che rinasca? Oppure, più razionalmente, non è opportuno rinunciare a un grande campione lontano da se stesso per aumentare la compattezza della squadra? Sondaggi virtuali, forum, blog. 6) Entra, ma lo menano di brutto. Ipotesi crudele, anche se intrisa di realismo. I nostri avversari sanno che la caviglia di Totti è un luogo di fragilità e paura. Naturalmente lo sanno anche i centrocampisti e difensori del Ghana, che entrano decisi con i tacchetti spianati proprio lì. Seguiranno bendaggi e interrogazioni in Parlamento. 7) Entra, trascina l´Italia e segna. Settima ipotesi, la più gloriosa. Eroico fuoriclasse di un gruppo malandato ma indomito, Totti fa il miracolo. Gli riesce tutto. E´ puntuale nell´assist e implacabile nel tiro, lo colpiscono ma si rialza, senza mai rispondere alle provocazioni. Visto che la nazionale fatica a schiodare lo 0-0, ci pensa lui: fa gol a cinque minuti dalla fine, ovviamente col cucchiaio, dopo azione personale. Anche Gattuso e Zambrotta, in tribuna, scattano in piedi per esultare: lo fanno saltando sulle gambe malate, senza avvertire il minimo dolore. Maurizio Crosetti