Varie, 8 giugno 2006
LOLLO
LOLLO Achille Roma 8 maggio 1951. L’ex esponente di Potere operaio condannato con sentenza definitiva per il «rogo di Primavalle», l’incendio doloso in cui persero la vita Stefano e Matteo Mattei, di 22 e 8 anni, figli del segretario della sezione del Movimento sociale (16 aprile 1973, con lui furono condannati Marino Clavo e Manlio Grillo). Vive da anni in Brasile, dove il governo ha adottato una sorta di «dottrina Mitterrand» che protegge i terroristi (prima da latitante, ora da libero cittadino, causa prescrizione della pena. «Io ho maturato in questi anni la mia autocritica politica e ideologica in assoluto silenzio. Ho il massimo rispetto per tutte le vittime degli anni di piombo e ho accettato da lontano le sentenze che mi hanno riguardato come una conseguenza per i miei errori» (Rocco Cotroneo, ”Corriere della Sera” 10/3/2004). «[...] Noi non abbiamo incendiato la casa dei Mattei. Ci sono troppe cose strane avvenute quella notte. Nessuno fece scivolare la benzina sotto la porta. L’innesco non si accese. E poi loro non vennero colti nel sonno, ci stavano aspettando. Da dietro la porta, prima di scappare, sentii una voce: ”Eccoli, arrivano...”. Una voce che ho in testa da 30 anni. Quel pomeriggio un testimone mi sentì telefonare da un bar a casa Mattei. Il giorno prima la figlia dei Mattei mi beccò durante una perlustrazione nella palazzina e mi riconobbe. ”A’ ma’, ce sta’ quello de Potere operaio”. Insomma, non fu una sorpresa, secondo me loro sapevano che stavamo arrivando [...] Non so cosa pensare. Ma non mi sto dichiarando innocente. Sto dicendo che non so cosa ha dato fuoco alla benzina. E se mi avessero dato otto anni invece di sedici li avrei scontati, senza scappare. Lo dissi a mio padre: sono pronto ad andar dentro, prenderò al massimo sei-sette anni, perché ho fiducia che le indagini ricostruiranno i fatti. [...]» (Rocco Cotroneo, ”Corriere della Sera” 10/2/2005).