Tutto Scienze e Tecnologia La Stampa 07/06/2006, pag.3 Anna Buoncristiani, 7 giugno 2006
Solo il pallone perfetto fa goal. Tutto Scienze e Tecnologia La Stampa 7 giugno 2006. Un pallone da calcio bianco decorato con pentagoni neri non si era mai visto: fino a quel momento erano state usate sfere di cuoio marroni o bianche, pesanti, che spesso facevano male ai piedi
Solo il pallone perfetto fa goal. Tutto Scienze e Tecnologia La Stampa 7 giugno 2006. Un pallone da calcio bianco decorato con pentagoni neri non si era mai visto: fino a quel momento erano state usate sfere di cuoio marroni o bianche, pesanti, che spesso facevano male ai piedi. Ma eravamo nel 1970 e i Mondiali di calcio in Messico furono i primi trasmessi in tv, allora in bianco e nero. C’era bisogno di dare alla palla la miglior visibilità possibile: ecco perché fu fatta con quei colori. Prodotta dall’Adidas, come tutte quelle dei Mondiali successivi, fu chiamata Telstar, dalla fusione delle parole Television e Star. Da allora tanta strada è stata fatta nella tecnologia che sta dietro al pallone da calcio. Nell’indimenticabile 1982, in Spagna, cuciture sigillate impermeabili permisero di ridurre, nelle partite giocate sotto la pioggia, l’assorbimento d’acqua e, quindi, l’aumento di peso che rende la palla più lenta nelle traiettorie aeree e la fa rimbalzare di meno. Quattro anni dopo, per la prima volta, si giocò in Coppa del Mondo con un pallone di materiale sintetico, più resistente e ancora più impermeabile. Nel ’90 un’altra novità: all’interno era presente uno strato di schiuma poliuretanica nera, che rendeva la palla completamente impermeabile e veloce come nessun’altra. Nel ’94 uno strato altamente tecnologico di schiuma poliuretanica bianca, ispirato alla tecnologia aerospaziale, permetteva un controllo maggiore e una miglior risposta all’energia impressa dal piede. Si deve arrivare al ’98, in Francia, per vedere il primo pallone multicolore. Era realizzato in «schiuma sintattica» - una matrice regolare stagna, composta da singole microsfere riempite di gas e sigillate - in grado di migliorare la resistenza, la restituzione dell’energia e la risposta. Quattro anni fa una particolare lavorazione a triplice strato garantì traiettorie aeree ancora più precise e prevedibili. E arriviamo al 2006: quest’anno sarà usato il Teamgeist: bianco, nero e oro. Una tecnologia di stampa sottovetro garantisce l’alta qualità e la durata della superficie. I primi due colori sono stati scelti in onore della squadra di casa, la nazionale tedesca, mentre l’oro richiama il metallo della coppa. Si tratta di un pallone dalle prestazioni straordinarie, che hanno richiesto più di tre anni di ricerca e test, sotto la supervisione dello Sports Technology Research Group dell’università inglese di Loughborough, istituto all’avanguardia in materia. Teamgeist è risultato il pallone più rotondo e che può assumere le traiettorie più precise di qualunque altro. Varie sono state le prove a cui è stato sottoposto. Una gamba robotica, che ripete i calci in modo identico e con le stesse angolazione, velocità e potenza, ha dimostrato che questo pallone è il 30% più preciso dei migliori palloni della concorrenza. La suddivisione in 14 pannelli, che richiede un minor numero di cuciture, favorendo una distribuzione armonica dell’energia, garantisce una maggior uniformità di comportamento, indipendentemente dal punto in cui avviene il contatto. Solo una sfera perfettamente rotonda permette ai giocatori di esprimere appieno il loro talento: è infatti più precisa e la sua traiettoria, essendo più regolare, privilegia la bravura rispetto alla fortuna. La differenza fra il diametro minore e il maggiore è al massimo dell’1%, contro l’1,5% richiesto dalla FIFA. La saldatura termica brevettata da Adidas rende poi la palla impermeabile, garantendole prestazioni uniformi. Inoltre, poiché nel corso di una partita viene colpita in media 2 mila volte, è importante che risponda alle sollecitazioni in modo uniforme dall’inizio alla fine. In laboratorio si è notato, facendo lanci alla velocità di 50 all’ora, che conserva forma e dimensione anche dopo 3500 colpi. Anna Buoncristiani