Corriere della Sera 03/06/2006, pag.18 Fabrizio Dragosei, 3 giugno 2006
Lettere di Voltaire a Caterina II Putin dietro l’asta milionaria. Corriere della Sera 3 giugno 2006
Lettere di Voltaire a Caterina II Putin dietro l’asta milionaria. Corriere della Sera 3 giugno 2006. Mosca. Sono la prova che perfino un filosofo come Voltaire era favorevole all’«autoritarismo illuminato». E potrebbero quindi contribuire, in un certo senso, a far capire a europei e americani che il governo di Vladimir Putin va benissimo per la Russia. Con la sua involuzione poco democratica che è però accompagnata da continue enunciazioni di filo-occidentalismo. Se Caterina la Grande andava a genio a Voltaire, insomma, Bush dovrebbe digerire tranquillamente Putin. Potrebbe essere questa la spiegazione del grande impegno che un antiquario di Mosca ha profuso per acquistare e far tornare in Russia 26 lettere finora mai pubblicate che il filosofo francese scrisse all’ imperatrice russa. Le lettere sono state acquistate all’asta per un misterioso cliente «che non è uno degli oligarchi», secondo quanto ha precisato l’antiquario. E a Mosca si mormora che, come per altri casi di «ritorno in patria» di importanti cimeli di storia russa, dietro tutto ci sia lo zampino di Vladimir Vladimirovich. O, meglio, un semplice suggerimento fatto arrivare all’orecchio opportuno al momento giusto. D’altra parte lo stesso si è detto quando il petroliere miliardario Viktor Vekselberg ha speso più di cento milioni di dollari per acquistare in blocco quindici uova che il gioielliere Fabergé aveva realizzato per la famiglia imperiale e che erano finite all’estero. Gli eredi Forbes le avevano messe all’ asta e Vekselberg è intervenuto prima che il banditore di Sotheby’s iniziasse il suo lavoro. Così le uova finemente intarsiate sono tornate sul sacro suolo russo e sono state messe in mostra. Prima al Cremlino e poi in varie città. Lo stesso Vekselberg è intervenuto nuovamente nella sua veste di mecenate la settimana scorsa e ha acquistato negli Stati Uniti l’archivio del filosofo russo Ivan Ilyn, esiliato nel 1922 per attività antisovietica. Le carte saranno donate all’Università di Mosca. Ilyn è molto apprezzato da Putin, tanto che viene citato continuamente dai collaboratori del presidente. Ma torniamo al filosofo francese e all’imperatrice russa. Caterina II nacque nel 1729 nella Prussia Orientale (principessa Sofia Augusta Federica) e divenne imperatrice L’età dei Lumi ZARINA Nata in Prussia Orientale, Caterina tenne una fitta corrispondenza con Voltaire. Lui la chiamava «Stella del Nord» ILLUMINISTA Voltaire, disgustato da Luigi XVI, vide in Caterina il modello del «filosofo sul trono» che poteva fare la felicità dei popoli di tutta la Russia come vedova di Pietro III. Il filosofo e la zarina non si incontrarono mai ma si scambiarono una fitta corrispondenza tra il 1763 e il 1778, anno della morte di Voltaire. Caterina voleva far conoscere in Europa la sua opera riformatrice e chiedeva consigli a Voltaire e ad altre menti illuminate europee con le quali era in contatto. Il filosofo francese era deluso (per non dire nauseato) dalla monarchia del suo Paese, da quel Luigi XVI e dalla consorte Maria Antonietta che presto sarebbero stati decapitati dai rivoluzionari dell’89. Vedeva invece in Caterina quel modello di «filosofo sul trono» che avrebbe potuto portare alla felicità e al benessere dei popoli. Caterina governò la Russia per trent’anni (fino alla sua morte nel 1796) con mano ferma avviandola verso quell’Europa dalla quale ella stessa veniva. Con lei il pachiderma russo fece un secondo Grande Balzo in avanti, dopo quello impostogli da Pietro il Grande all’inizio del Settecento. La zarina era autoritaria, ma profondamente impegnata a migliorare le condizioni di vita dei suoi sudditi (come Putin?). Al filosofo che l’aveva definita «Stella del Nord», la zarina rispondeva nel 1767: «Lasciatemi sulla Terra, dove più facilmente potrò ricevere lettere da voi e dai vostri amici D’Alambert e Diderot; qui sarò testimone della sensibilità con cui concorrete a illuminare il nostro secolo». L’anno dopo Caterina inviava a Voltaire una bozza del Regolamento, specie di costituzione, nella quale si definiva il ruolo europeo del grande Paese e si decideva di continuare sulla via delle riforme. Voltaire le rispondeva entusiasta tre mesi dopo: «Licurgo e Solone sicuramente avrebbero sottoscritto di loro stesso pugno ... ma forse non sarebbero stati neppure loro in grado di vergare qualcosa di simile: chiarezza, giustizia, fermezza, umanità...». Il Regolamento venne poi bloccato dai conservatori della corte russa. Le lettere già note sono conservate nei musei di Mosca e Parigi. Le 26 missive del filosofo acquistate a Parigi per 583.200 euro sono del tutto inedite e coprono un periodo che va dal 1768 al 1777. Rappresentano un quarto dell’intera corrispondenza. Aleksandr Khochinskij, l’antiquario che le ha acquistate è convinto che potrebbero contribuire ad aiutare «l’indirizzo europeo della Russia». Fabrizio Dragosei