Varie, 6 giugno 2006
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Pibiri Alessandro
• Cagliari 16 novembre 1981, Iraq 5 giugno 2006. Soldato (caporal maggiore) • «[...] Alle 21 e 35 ora irachena, nonostante il buio e le misure di sicurezza che limitano al massimo l’impiego di uomini e mezzi nelle ore notturne, quattro pattuglie della Task Force Alfa del contingente italiano stanno scortando una colonna militare inglese di 34 automezzi impegnata in attività di supporto logistico, un trasferimento di mezzi e uomini dalla provincia del Maysan fino a Tallil. In testa al convoglio c’è il Vm 90, il blindato - già in mezzo a mille polemiche perché corazzato ai lati, completamente chiuso e debole nella “pancia” può diventare facilmente una trappola - con a bordo [...] cinque militari della Sassari. È un attimo, l’esplosione e il mezzo che prende fuoco, i soldati imprigionati all’interno senza via di fuga. L’attentato avviene a 120 chilometri da Nassiriya, lungo una strada sterrata in pieno deserto. Nella colonna scortata c’è anche un’ambulanza e personale sanitario che soccorrono i feriti. Sembrano due quelli più gravi [...] il caporalmaggiore Pibiri, muore poco dopo [...] Ad esplodere è stato un “apparecchio esplosivo improvvisato” (improvised explosive device o road-side-bomb, bombe di strada) [...] Si tratta di contenitori metallici, di ferro, ma anche blocchi di cemento o carcasse di auto, a volte semplici lattine, che vengono imbottite di esplosivo che può essere ricavato da proiettili e munizioni d’artiglieria e da mine. L’ordigno così confezionato viene “nascosto” lungo la strada in buche profonde una decina di centimetri e poi ricoperto e mimetizzato con un leggero strato di terra. La bomba può esplodere con il semplice contatto del mezzo oppure con un’attivazione a distanza, un telecomando o un meccanismo a infrarossi. [...]» (Claudia Fusani, “la Repubblica” 6/6/2006).