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 2006  giugno 05 Lunedì calendario

Johnson Alan

• Londra (Gran Bretagna) 17 maggio 1950. Politico. Laburista. Ministro degli Interni, già ministro dei Trasporti e dell’Istruzione • «[...] è uno che lavora piano ma con costanza [...] è il contrario dello scozzese Brown: è sorridente, simpatico e possiede ”the popular touch”, laddove il cancelliere è scontroso, rigido e poco alla mano. [...] vanta un background non soltanto proletario e sindacalista, ma anche riformista. Prima della sua elezione a deputato nel 1997, è stato l’unico leader sindacale – a capo della trade union dei postini – a votare a favore dell’abolizione della celeberrima ”Clause Four”, quel retaggio marxista-statalista che Blair abolì, lanciando il nuovo corso del partito laburista e la sua carriera rivoluzionaria. [...] ha realizzato una brillante ascesa tra i ministeri dell’Industria, Lavoro e Pensioni e l’Istruzione: il mix di simpatia ”working class”, furbizia politica e capacità organizzativa è riuscito a convincere la fronda interna di sinistra a votare misure impopolari, quali i ”top up fees”, le rette universitarie addizionali a carico dello studente. Piace, Alan Johnson. fedele a Blair, ma non ha nemici. presente nel governo praticamente da sempre, ma non accusa la stanchezza morale di molti altri. un riformatore centrista convinto, ma con solide radici popolari. [...]» (’Il Foglio” 3/6/2006) • «[...] è il prototipo del candidato laburista: londinese, educato in quelle grammar school disprezzate dai Tories, ex postino e leader sindacale alla Royal Mail, Johnson ha conquistato lentamente posizioni all’interno del partito attraverso un’azione che sapeva conciliare l’afflato riformista e modernizzatore del blairismo con quel richiamo operaista che ancora echeggia in alcuni settori dell’elettorato laburista. Eletto il 1 maggio del 1997 come deputato per il collegio di Hull, Alan Johnson è stato anche il più giovane segretario generale del sindacato delle poste e del Tuc, l’organizzazione-ombrello che riunisce le unions britanniche: insomma, un uomo da barricata che però non disdegna il dialogo. Non un massimalista, quindi, ma un politico pragmatico che sa infiammare le folle quando tiene un discorso; storico quello di insediamento subito dopo l’elezione a Westminster quando promise che la bussola della sua azione sarebbe sempre stato l’esempio dato dai lavoratori dei cantieri navali, gente che si sudava la paga e i cui diritti dovevano essere tutelati sopra ogni priorità. [...] Fu [...] Blair a chiamarlo, nel corso del rimpasto del luglio 2003, al ministero dell’Educazione superiore, proprio nel pieno della riforma per l’aumento delle tasse universitarie e quando il progetto delle city academies, ovvero il partnenariato pubblico-privato per l’istruzione media-superiore, entrava nel vivo. Ci furono scontri, ma Johnson riuscì a far digerire parte delle riforme ai sindacati, grazie anche al suo profilo passato e l’anno dopo fu premiato con il passaggio al ministero dei Trasporti, altra poltrona calda per quanto riguarda il rapporto con i sindacati. Insomma, Johnson è la sintesi perfetta delle due anime del Labour e quindi l’uomo capace di farle convivere evitando gli attriti più grandi e gli scontri sanguinosi di questi giorni. [...]» (Mauro Bottarelli, ”Il Riformista” 10/6/2009).