Varie, 4 giugno 2006
CASTRO
CASTRO Raúl Birán (Cuba) 3 giugno 1931. Politico • «[...] Ultimo dei sette figli di Angel Castro, cinque anni più piccolo di Fidel, rivoluzionario sulla Sierra, ma oscurato da ”Che” Guevara e Cienfuegos, infine ministro della Difesa e numero due del governo cubano [...] Per la Costituzione cubana (articolo 94) non ci sono dubbi: ”In caso di assenza, malattia o morte del presidente, l’incarico sarà preso dal primo vice-presidente”. Lo stesso líder ha in più occasioni provveduto a ”investire” il fratello minore. La prima volta ufficialmente nel 1985: Raúl al potere, afferma Fidel, ”una sicurezza”. Più di recente nel 2001, dopo aver avuto un malore sul palco: ”Io sto bene”, dice in tv, ma soprattutto ”Raúl è in buona salute: sarà lui a guidare Cuba”. [...] Duro, temuto, autoritario, qualcuno ricorda la repressione dei ”controrivoluzionari” negli anni Sessanta, abbattuto il dittatore Batista, e aggiunge brutale. Ma anche serio, affidabile. Sulle sue capacità di tenere in piedi senza scossoni la macchina castrista sono in molti a scommettere. E anche in molti a sperare: un passaggio di consegne ”soft” tra fratelli andrebbe nella linea della continuità [...] evitando scenari da guerra civile o da «invasione» statunitense. Favorevole alla staffetta anche chi ha interessi commerciali nell’isola: secondo alcuni analisti, Raúl presidente guiderebbe Cuba verso un’ulteriore apertura capitalistica. Sul modello cinese di ”socialismo-liberista” per il quale mostrò un marcato interesse durante la visita a Pechino del ”97. Audace, forse. Molto coraggioso ai tempi della Revolución, dicono. Ma mai carismatico, né capace di suscitare entusiasmi. stato lui, prima di Fidel, a ”scoprire” il comunismo, con i viaggi a Mosca e a Praga; lui a incontrare in Messico Ernesto Guevara, a capirne la forza, e a portarlo a Cuba; lui a tessere le preziose relazioni con l’Urss e a elaborare poi le strategie per affrontare il crollo del blocco socialista (guardando alla Cina). Soprattutto: è stato lui a serrare i ranghi dietro a Fidel. Ma il suo posto è sempre stato in ombra [...]» (Alessandra Coppola, ”Corriere della Sera” 4/6/2006).