Timothy Garton Ash, la Repubblica 3/6/2006, 3 giugno 2006
Qualcuno sa quanti Stati ci sono in Europa?la Repubblica, sabato 3 giugno Beh, dipende da cosa si intende per Europa e da cosa si intende per Stato
Qualcuno sa quanti Stati ci sono in Europa?la Repubblica, sabato 3 giugno Beh, dipende da cosa si intende per Europa e da cosa si intende per Stato. L´Unione Europea ha attualmente 25 stati membri. L´Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce) ha 55 "stati partecipanti", inclusi però Andorra, la Santa Sede, il Liechtenstein, Monaco e San Marino, tutti interni ai confini dell´Ue senza esserne membri, e Russia, Turchia, Armenia, Georgia, Azerbaijan, Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan, Canada e Usa - Paesi che alcuni, se non la maggioranza degli europei, non collocherebbero in Europa. Quando i vari "stan" dell´Asia centrale entrarono nell´Osce nel 1992 circolò la battuta che assimilava l´Europa al dio della definizione di Nicola di Cusa, il cui centro è in ogni luogo e la circonferenza in nessun luogo. Il Consiglio d´Europa, che sul suo sito web dichiara di rappresentare "800 milioni di europei", annovera 46 stati membri, tra cui Andorra, Liechtenstein, Monaco e Turchia. La partecipazione all´Eurofestival, la gara canora, è variabile, ma tra i 24 concorrenti di quest´anno ci sono cantanti di belle speranze provenienti da Turchia, Armenia, Moldova e Israele. Alla parata di bellezze di Miss Europa hanno partecipato concorrenti provenienti dalla Turchia, da Israele e dal Libano. L´Unione delle federazioni calcistiche europee (Uefa), che si definisce «l´autorità che governa il calcio nel continente europeo» e, particolare interessante, «una federazione di federazioni basata sulla democrazia rappresentativa», conta 52 membri, tra cui Andorra, Azerbaijan, Turchia e Israele, ma anche Inghilterra, Scozia e Galles come squadre nazionali distinte. (Tanta è l´abitudine che non sembra più così strano). Comunque si tirino le somme, è indubbio che l´Europa ha il rapporto stati-popolazione più alto di qualunque altro continente. La Cina ha uno stato per 1,3 miliardi di persone, l´Europa ha tra 45 e 55 paesi per (al massimo) 800 milioni di persone. A voler essere generosi abbiamo un ottavo della popolazione mondiale ma un quarto degli stati del mondo. E questa settimana ne avremo uno in più. Prego, venga avanti miss Montenegro! Il 21 maggio l´86 per cento dei 484.720 iscritti agli elenchi elettorali, recentemente depurati (definiti dall´Osce i più corretti della storia montenegrina) si sono recati alle urne per un referendum e il 55,3 per cento ha scelto l´indipendenza. In base alle regole accettate dal Montenegro su pressione Ue, perché il voto fosse valido doveva esprimersi a favore dell´indipendenza una maggioranza del 55 per cento su una percentuale di votanti superiore al 50% degli aventi diritto. stata quindi una vittoria di misura. lecito domandarsi con quale diritto l´Ue abbia imposto il fardello del 55 per cento al Montenegro quando il trattato di Maastricht è stato approvato in Francia per referendum con una maggioranza del 51% appena. Il parlamento montenegrino deve formalizzare l´istanza di indipendenza e vanno negoziati i dettagli scabrosi di un divorzio di velluto dalla Serbia, ma è indubbio che uno stato di nome Montenegro farà presto la sua comparsa sulla carta politica dell´Europa. O meglio la sua ricomparsa, perché il Montenegro c´era già in passato, per quarant´anni, tra il 1878 e il 1918. Come ci rammenta con tempismo e profusione di dettagli Elizabeth Roberts nella sua nuova storia del Montenegro, dal titolo Realm of the Black Mountain, negli anni ´70 dell´ottocento i montenegrini godevano dell´appoggio dei liberali britannici che li idolatravano e idealizzavano a motivo della lotta armata condotta contro i turchi ottomani. Il grande politico liberale William Ewart Gladstone li definì "un gruppo di eroi rari al mondo". Il poeta Alfred Tennyson cantò Si sollevarono ove vola la loro aquila sovrana, Mantennero la loro fede la loro libertà sulla vetta. Virtuosi, sobri, violenti, giorno e notte armati. E così via. Il regno di Montenegro fu modello per il regno stile Ruritania (la Ruritania è uno staterello immaginario dell´Europa centrale in cui si svolgono le vicende del romanzo Il prigioniero di Zenda di Anthony Hope di cui esistono varie versioni cinematografiche ndt ) del Pontevedro nell´operetta di Franz Lehar La vedova allegra - suscitando l´indignata reazione degli studenti montenegrini che manifestarono in occasione della prima a Vienna. Il Montenegro fu annientato con l´aiuto degli alleati occidentali dopo la prima guerra mondiale e sostituito dalla Jugoslavia, ma ottant´anni dopo l´aquila sovrana a due teste giallo oro su campo rosso, tornerà a volare sulla montagna nera. Ma il salto che ha portato il Montenegro oltre l´asticella fissata dall´Ue equivale anche alla sconfitta di un certo approccio europeo occidentale che continuava a esortare gli ex jugoslavi all´unità, quando il loro chiaro intento era di separarsi. Nella regione la gente si riferiva all´Unione di Serbia e Montenegro, la sgangherata struttura statale che il Montenegro ha oggi deciso alle urne di abbandonare, con l´appellativo "Solania" – ironico riferimento al responsabile della politica estera Ue, Javier Solana, che ne fu il principale architetto. Il timore di Solana era che lo slancio indipendentista montenegrino potesse incoraggiare gli albanesi del Kosovo e i serbi di Bosnia ad avanzare la stessa istanza, minando la fragile pace che l´Ue si adoperava a mantenere nei Balcani. Per quanto questo timore fosse comprensibile, a mio avviso si è trattato di un approccio incauto. Se i popoli sono seriamente intenzionati a divorziare e ciò è fattibile entro i confini di stati realizzabili, dovrebbe essere loro concesso. L´importante è che avvenga tramite mezzi pacifici, costituzionali e democratici. Senza dubbio il patchwork di staterelli che ne emerge ha dell´assurdo. C´era una volta una lingua, il serbocroato. Ufficialmente oggi ci sono quattro lingue nazionali diverse: il serbo, il croato, il bosniaco e il montenegrino. Se e quando i quattro stati finiranno per entrare nell´Ue, si farà la simultanea tra le quattro lingue ufficiali? Anche se prevarrà il buon senso (e nel caso delle istituzioni europee non è mai detto) tanta abbondanza di staterelli si tradurrà necessariamente in un ulteriore aumento per l´Ue dei costi di transazione che la diversità comporta. Ora i cittadini di Montenegro e Serbia sono consapevoli di dover trovare, ognuno per proprio conto, la strada verso la prosperità, la democrazia e lo stato di diritto. Allora e solo allora, passando per l´Osce, il Consiglio d´Europa, l´Uefa, il concorso di Miss Europa , l´Eurofestival e la Nato potranno veder sancita la loro appartenenza all´Europa con il massimo suggello: l´ingresso nella Ue. Se la Ue tiene aperte le porte mantenendo però al contempo elevati i requisiti di ingresso, la fine di Solania non significherà un ritorno alla Ruritania. La proliferazione di stati in Europa complica i rapporti tra paesi, ma li semplifica al loro interno. "Più" non equivale necessariamente a "peggio". Timothy Garton Ash