Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2006  giugno 02 Venerdì calendario

CIAVARDINI

CIAVARDINI Luigi L’Aquila 29 settembre 1962. Ex terrorista. Condannato a trent’anni per la Strage di Bologna (2 agosto 1980, 80 morti): «[...] aveva 17 anni e già poteva dichiararsi un killer nero. Da Terza posizione era confluito nei Nar di Mambro e Fioravanti, e in quel maledetto 1980 aveva ammazzato poliziotti e fatto rapine. [...] ”[...] Bologna no, non è stata opera nostra. [...] ”Dopo una richiesta d’archiviazione, una assoluzione in primo grado, una condanna in Appello, l’annullamento della sentenza da parte della Cassazione [...] sono stato condannato in Appello a 30 anni. Strano processo, questo contro di me. All’inizio ero teste a favore di Mambro e Fioravanti perché quel giorno eravamo tutti e tre a Padova. Poi divento imputato, inizialmente ritenuto l’esecutore materiale”. Sulla base di quale elemento? ”Le deduzioni di un pentito per il quale se era vero quel che diceva un altro pentito, e cioè che i colpevoli erano due camerati di Terza Posizione, Massimiliano Taddeini e Nazareno De Angelis, essendo io il loro responsabile non potevo non esserci anch’io a Bologna. I due sospetti sono usciti poi dall’inchiesta, perché è stato provato che quel giorno non potevano essere a Bologna. Io no, per l’accusa ero nella stazione della strage”. Chi era il pentito che lo chiamava in causa? ”Angelo Izzo, il mostro del Circeo. Ma secondo l’impianto accusatorio, secondo la deduzione di un pubblico ministero solo io potevo aver materialmente portato la valigia con 22 chili di esplosivo nella stazione di Bologna. Tutte le sentenze, anche quelle di condanna non hanno mai potuto sostenere che effettivamente fossi io l’esecutore materiale della strage”» (’La Stampa” 2/6/2006)