2 giugno 2006
Tags : Miguel. Berrocal
Berrocal Miguel
• Nato a Villanueva de Algaidos (Spagna) il 28 settembre 1933, morto ad Anteguera (Spagna) il primo giugno 2006. Scultore. «[...] straordinario artista definito da Dino Buzzati ”giovane signorotto dal volto napoleonico”. ”Ma che studia da re” aveva aggiunto Giorgio Soavi. E che Soavi avesse ragione lo dimostra il fatto che dopo la love story con Paloma Picasso, di cui si occupano tutti i giornali europei, Miguel sposerà, nel 76, Maria Cristína Blais di Braganza, nipote diretta del re del Portogallo. Il ”Napoleone della scultura” è anche dotato di un certo gusto surrealista per le scenografie, ereditato da Dalí: la vita, insomma, è teatro, piuttosto che sogno (come diceva Calderón). La sua, però, è una coreografia intelligente, razionale; le suggestioni sono sempre in stretto contratto con fantasia e creatività. E con una buona dose di istrionismo. [...] certi suoi auguri natalizi: una foto lo mostrava nei giardino del ”castello” di Negrar (in provincia di Verona, dove ha vissuto dal 66), vestito da torero, da Romeo o da Carlo V, in abiti d’epoca, coadiuvato nella recita dalla moglie e dai due figli. Ogni anno una foto diversa, con Carlo e Beltrán che crescevano. Dietro il ”principe-consorte” Berrocal, signore della scena, c’è il manager. E un ingegnaccio che, dopo la partecipazione, nel ’54, alla Biennale di Venezia, gli suggerisce questo ragionamento: se con la litografia un pittore moltiplica la propria opera, perché la stessa operazione non può essere fatta da uno scultore? Così Miguel inventa i ”multipli” (la parola è coniata, a Parigi, da Denise Pardo) che vanno nei cinque continenti. Dai 200 esemplari di Maria de la O (’64) e dai 2 mila di Giulietta e Romeo, passa alle 10 mila delle minisculture o al milione di copie di David, Maria, Mento (Picasso a Malaga), Micheline X (una sua ex moglie). Il successo è assicurato. Nel suo ”castello” di Verona lavorano 200 persone. Ogni scultura si smonta in decine, centinaia di pezzi e, naturalmente, ha un libretto di ”Istruzioni per l’uso”. Giochi, tecniche diverse. Ma non è stato de Chirico a ricordare che la parola tecnica deriva dal greco técne, che vuol dire semplicemente arte?» (Sebastiano Grasso, ”Corriere della Sera” 2/6/2006).