v. m., ཿLa Gazzetta dello Sport 2/6/2006;, 2 giugno 2006
A caccia di scuse per le ripetute sconfitte contro Nadal sulla terra rossa, Federer ha dato la colpa alle istruzioni che riceverebbe dallo zio Toni, piazzato in tribuna (è quello che chiamano ”coaching”, vietato)
A caccia di scuse per le ripetute sconfitte contro Nadal sulla terra rossa, Federer ha dato la colpa alle istruzioni che riceverebbe dallo zio Toni, piazzato in tribuna (è quello che chiamano ”coaching”, vietato). Lo spagnolo: «Che regola è che i coach non possono dire nulla durante il match? In quale altro sport succede?». Nick Bollettieri, guru degli allenatori, ammette di non rispettare le regole: «Muovendo le mani, aggiustandomi gli occhiali, toccandomi il naso o pronunciando parole in codice. Una volta al Roland Garros negli anni 80 diedi a una mia allieva il prontuario col significato di tutti i segnali, solo che dimenticai la mia copia in albergo e rimasi immobile l’intero match... Vinse lo stesso!».