Corriere della Sera 01/06/2006, pag.43 Stefano Bucci, 1 giugno 2006
Ma quel Giovanni è davvero una donna. Corriere della Sera 1 giugno 2006. La risposta sarebbe nascosta tra le righe di un taccuino oggi perduto nei meandri del Victoria and Albert Museum di Londra
Ma quel Giovanni è davvero una donna. Corriere della Sera 1 giugno 2006. La risposta sarebbe nascosta tra le righe di un taccuino oggi perduto nei meandri del Victoria and Albert Museum di Londra. Poche parole all’apparenza confuse (oltretutto scritte da destra verso sinistra) che però starebbero a dimostrare che dietro il San Giovannino dell’Ultima cena di Leonardo da Vinci si celerebbe una donna, «Giovannina dal viso fantastico» viene definita in quell’appunto. A scriverle, con l’inchiostro rosso, è lo stesso Leonardo da Vinci che così finirebbe per allinearsi addirittura con la scandalosa (ma ormai multimiliardaria) teoria proposta da Dan Brown nel suo Codice da Vinci secondo cui la donna altri non sarebbe che Maria Maddalena «compagna e forse sposa di Gesù» con tanto di relativa progenie da essa generata. Ma Dan Brown non sarebbe stato il solo e nemmeno il primo a proporre questa teoria. Tra i precedenti c’è anche quello di Vittoria Haziel (pseudonimo dietro cui si cela Maria Consolata Corti «scrittrice toscana di nascita, romana d’adozione, torinese per predestinazione»), autrice di un altro piccolo bestseller legato a Leonardo: quella Passione secondo Leonardo (Sperling & Kupfer, pagine 216, e 9,80), di cui è stata appena presentata la terza edizione (la prima era del 1998). «Ne avevo già parlato nel 1993, ma nessuno allora sembrò volerci fare caso – assicura la Haziel ”, c’è voluto il solito americano per togliere il tappo a tante bocche cucite». Anche lei sembra dunque convinta che dietro il volto di quello che a lungo è stato considerato «il più imberbe degli apostoli» ci sarebbe una donna, mentre i nomi sul taccuino del Victoria and Albert (che proprio la scrittrice aveva fatto conoscere) sarebbero appunti per l’Ultima cena, appunti «presi per le strade di Milano», appunti che sono dei «provini» con tanto di note identificative: il volto di Cristo è quello del Cardinale del Mortaro; quello della «Giovannina» sarebbe invece quello («bellissimo») che «sta a Santa Caterina». «Di questa presenza femminile dovremmo assolutamente tener conto» dice la Haziel, anche perché (secondo Dan Brown) nei confronti di questa «regina cancellata» è stata condotta «la più grande opera di insabbiamento della storia». A proposito dei misteri di Leonardo la Haziel è oltretutto assai preparata. Nella sua Passione appena ristampata «erano stati infatti analizzati i misteriosi legami che unirebbero il genio della Gioconda alla Sacra Sindone», non una semplice reliquia, ma un capolavoro dell’arte realizzato dallo stesso Leonardo: una tela databile 1300 (con uno scarto approssimativo di un secolo per eccesso o per difetto) su cui Leonardo avrebbe ritratto il suo Uomo-Dio «dandogli le proprie sembianze e giocando con i rebus, le crittografie, i messaggi in codice». Quattro in particolare, gli indizi forniti dalla Haziel: la decifrazione dei messaggi lasciati sulla tela da Leonardo; la scoperta di una vera e propria confessione che Leonardo avrebbe lasciato nel suo Codice Atlantico; la riproduzione dell’ipotetica tecnica (detta pirografia) con cui questa Sindone sarebbe stata realizzata; l’individuazione di una firma sulla tela, sia pur celata (secondo il miglior stile di Leonardo) dietro un anagramma. Stefano Bucci