La stampa 25/05/2006, pag.1 Massimo Gramellini, 25 maggio 2006
La comparsa che conta. La Stampa 25 maggio 2006. La vita non assomiglia a ciò che sembra, quasi mai
La comparsa che conta. La Stampa 25 maggio 2006. La vita non assomiglia a ciò che sembra, quasi mai. Questa è la storia straordinaria del signor Paul Anderson, ma apparirà un incubo ai morti di fama che si scannano per apparire davanti a una telecamera e considerano inutile un’esistenza srotolata dentro un cono d’ombra. Paul Anderson è un insegnante di danza che nel tempo libero spinge un carrello da infermiere in una soap opera della Bbc, «Casualty». Lo spinge da vent’anni. Per i primi dieci non gli hanno fatto aprire bocca. Poi, nel 1996, incredibilmente una battuta: «Ecco qui», o qualcosa del genere. Da allora ha ricominciato a tacere. Si limita a transitare di continuo con il carrello e il camice colorato, dietro gli attori in primo piano. Un corpo fluttuante sullo sfondo. La sua unica missione: esserci senza mostrarsi, e gli è riuscita appieno, tanto che il pubblico della «soap» ignora completamente chi sia. Eppure Paul Anderson, che i «colleghi» chiamano Oscar come il personaggio che interpreta e la statuetta che non vincerà mai, afferma ai giornali inglesi di essere una persona serena. Sul set lo pagano, gli danno anche gratis da mangiare. E poi gli attori passano, mentre lui resta lì, camice e carrello inquadrati sempre di sfuggita, ma unico punto fermo per tutta la «troupe», di cui è diventato la memoria storica e il confidente privilegiato. Senza Paul Anderson, quel mondo di cartapesta crollerebbe di schianto. Lui lo ha capito e ha trovato un senso alla sua avventura. Se «Oscar» iniziasse a parlare, forse direbbe che la vita non assomiglia a ciò che sembra, quasi mai. Che puoi essere molto utile al mondo anche quando il mondo non ti considera importante, se hai capito chi sei e se ami quel che fai. Massimo Gramellini