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 2006  maggio 31 Mercoledì calendario

La piccola ricamatrice lombarda. La Stampa, mercoledì 31 maggio. Un uomo che si spaccia per il grande Enzo Biagi ha commentato così la vittoria della Moratti, primo sindaco donna di Milano: «Un tempo le signore si dedicavano al ricamo

La piccola ricamatrice lombarda. La Stampa, mercoledì 31 maggio. Un uomo che si spaccia per il grande Enzo Biagi ha commentato così la vittoria della Moratti, primo sindaco donna di Milano: «Un tempo le signore si dedicavano al ricamo. La signora Letizia ha scelto la politica». Non riusciamo a immaginare cosa sarebbe successo se una simile espressione fosse stata pronunciata da qualche maschio sprovvisto del marchio «doc» dell’antiberlusconismo resistenziale. Come minimo gli amici di Enzo Biagi gli avrebbero dato del reazionario e del sessista. Se poi l’avesse detta un destro ruspante alla Bossi, si sarebbe tirata in ballo la grettezza di certi mondi di provincia, dove una donna che fa lavori «da uomo» rimane ancora oggetto di battute, fresche come una mozzarella scaduta nel 1956. Non che le donne siano da beatificare sempre, in nome di un malinteso senso di riparazione che assomiglia a una forma di sudditanza. Però meritano di essere fronteggiate con gli stessi argomenti utilizzati per i maschi. Quando la signora Oriana (Fallaci) afferma di voler bombardare di persona le moschee, è lecito risponderle in vari modi, alcuni anche piuttosto coloriti, ma certo non invitandola a darsi al ricamo. E non solo perché quella sarebbe capacissima di prenderci in parola, mettendosi a cucire slogan antislamici sulle canotte di Calderoli. Nel caso di Letizia Moratti, poi, non siamo al cospetto di una damazza da salotto né di una cicciolina entrata in politica per meriti mediatici, ma di una donna dell’alta borghesia lombarda che ha diretto ministeri e gestito aziende, compresa la Rai. Una Rai di destra, ma meno prona al potere di quella che silurò vergognosamente Enzo Biagi. Per tutte queste ragioni è evidente che non può essere stato lui a dare fiato a un trito luogo comune, paragonabile a quell’altro che dice che dopo gli ottant’anni ci si dovrebbe dedicare soltanto alle bocce. Massimo Gramellini