Varie, 31 maggio 2006
VIESPOLI Pasquale
VIESPOLI Pasquale Benevento 19 gennaio 1955. Politico. Eletto alla Camera nel 2001, al Senato nel 2006 e 2008 (An, Pdl, poi passato a Futuro e Libertà). Ex sindaco di Benevento • «[...] ore tre. Ceppaloni. Interno di villa Mastella, dependance estiva. Il ministro della Giustizia stappa una bottiglia di champagne millesimato; la moglie Sandra saltella sui divani e alterna gridolini di gioia a telefonate agli amici. I figli Elio e Pellegrino esultano anche loro. La famiglia Mastella ha appena saputo che, come dirà poi il Guardasigilli, “è finito un incubo”. Benevento è stata conquistata dall’Unione dopo tredici anni di governo del Polo. Ma soprattutto è stato sconfitto il nemico numero uno dei Mastella: il parlamentare di An Pasquale Viespoli. [...] Tra lui e Mastella è guerriglia da sempre, combattuta a colpi di dispetti, rappresaglie e piccoli sgarbi. Occasione di scontro, spesso, la kermesse che Sandra Mastella ogni anno organizza a Benevento: “Quattro notti di Luna piena”. Da sindaco, Viespoli le metteva i bastoni tra le ruote. Centellinandole le autorizzazioni, o rilasciando dichiarazioni gelide sull’evento: “Mi spiace, non l’ho visto”. Poco importava che magari uno spettacolo si tenesse sotto le sue finestre: lui le chiudeva. E lei? Si lamentava disperata: “Vedete? Mi fa cattiverie gratuite. E dire che voglio solo portare un po’ di cultura». Una saga d’inimicizia che anche D’Alessandro, fedelissimo di Viespoli, ha proseguito. Nell’agosto 2002, da sindaco, decise, ad esempio, di aprire il centro storico al traffico negli ultimi quattro giorni del mese. Peccato fossero gli stessi in cui si svolgeva la manifestazione. Risultato: concerti di musica classica con sottofondo di macchine che passavano a pochi metri. “Se non è dispetto questo...”, si disperò allora Sandra Mastella in lacrime. Facendo però scattare la controffensiva: banchetti gastronomici, con pizzette e crocchè, nei punti strategici. Mentre D’Alessandro in quei quattro giorni “espatriava” a Ischia, a casa dei suoceri. Per non parlare di quando il Polo provò a cooptare Mastella nella coalizione. Era l’estate del 2004. Fu Viespoli a porre il veto: “Non possiamo imbarcare di tutto. Siamo messi così male?”. Il leader udeur lo ignorò. Ma l’’odio tra loro ormai era storia pubblica. Tanto che qualcuno provò a siglare una pace tra i due “figlia del Sannio”. Invitandoli, nel febbraio 2004, a una no-stop biblica nella chiesa di San Bartolomeo, a Benevento. Viespoli lesse il passo sul pubblicano Zaccheo. Mastella il discorso della montagna. Ma appena sceso dall’altare l’esponente di An commentò a denti stretti: “Peccato, per Clemente avrei visto meglio la parabola del figliol prodigo”. E addio tregua» (Angela Frenda, “Corriere della Sera” 31/5/2006).