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 2006  maggio 28 Domenica calendario

Già cestinato il Trattato di Roma Roma chiama Merkel e Zapatero, Corriere della Sera, 28 maggio 2006 L’Unione Europea cerca un’ altra Costituzione

Già cestinato il Trattato di Roma Roma chiama Merkel e Zapatero, Corriere della Sera, 28 maggio 2006 L’Unione Europea cerca un’ altra Costituzione. Il «vecchio» Trattato, solennemente firmato a Roma il 29 ottobre 2004, di fatto è già in archivio. L’ operazione di «smontaggio» è cominciata ieri, nell’ abbazia di Klosterneuburg, vicino a Vienna, dove si è riunito il Consiglio straordinario dei ministri degli Esteri. Il momento decisivo a metà pomeriggio, quando il tedesco Frank-Walter Steinmeier ha letto ai colleghi un testo programmatico di tre cartelle. Questo il passaggio chiave: «A differenza di quanto sostengono personalità autorevoli come Valéry Giscard d’ Estaing, dobbiamo rispettare quello che ci dicono gli amici francesi e olandesi. Non ci sono le prospettive per riproporre lo stesso testo della Costituzione al voto dei cittadini di questi Paesi». Dopo un anno esatto di «riflessione», dunque, l’ Europa riparte da qui. Gli austriaci si avviano a concludere il semestre con un risultato modesto: a giugno i 25 capi di Stato e di governo decideranno semplicemente di prendere ancora tempo. Almeno altri dodici mesi, è il suggerimento dei ministri degli Esteri. Si lavorerà all’ ipotesi di «un Trattato di base», cioè un testo più snello rispetto alla versione attuale, da adottare nel 2009. Bocciata, invece, l’ idea di «pescare» nel Trattato solo alcune regole, buttando via tutto il resto. I negoziati, comunque, entreranno nel vivo solo dopo le elezioni presidenziali francesi, le «politiche» olandesi e, forse anche la staffetta britannica tra Tony Blair e Gordon Brown. Nel frattempo, però, il quadro politico-diplomatico potrebbe rimettersi in movimento. Il fulcro è la Germania, che assumerà la presidenza di turno nel primo semestre del 2007. Ma secondo il ministro degli Esteri Massimo D’ Alema anche l’ Italia può avere un ruolo importante, proprio a fianco della «grande coalizione» guidata da Angela Merkel. «Italia e Germania sono due grandi Paesi fondatori - osserva D’ Alema -. E’ abbastanza normale che in questa fase cerchino una collaborazione più stretta. Ma naturalmente lavoreremo anche con gli altri, con la Spagna per esempio». Alla prima uscita europea, dunque, il ministro D’ Alema avvia il riposizionamento dell’ Italia. Il «ritorno a Berlino» (aspettando il successore di Chirac) è la conseguenza inevitabile di un’ impostazione diversa (ma in verità non opposta) rispetto a quella del governo Berlusconi. Il nuovo ministro ieri ha delineato un programma con elementi di sostanziale continuità rispetto rispetto al suo predecessore Fini. D’ Alema ha sostenuto che occorre «rilanciare e non abbandonare il Trattato costituzionale; come minimo occorre preservarne le prime due parti, quelle sui principi e le regole istituzionali». Posizione analoga a quella del leader di An. Ancor più simile l’ approccio favorevole all’ allargamento: «Oltre a Bulgaria e Romania, si deve aprire ai Balcani occidentali, a cominciare dalla Croazia. C’ è poi il negoziato con la Turchia». La vera differenza, quella che può cambiare il sistema delle alleanze, è forse altrove: «Anche nelle condizioni attuali si può aumentare la cooperazione in alcuni settori, come la politica energetica, la politica economica, la ricerca e l’ innovazione, la giustizia, il controllo dell’ emigrazione clandestina». Per D’ Alema (e il centro sinistra), sono necessari più impegni comuni, più integrazione operativa, e dunque più Germania, laddove Berlusconi chiedeva meno vincoli e meno regole. Un’ Europa più «inglese», che «tedesca». 2009 La data per la quale si pensa di adottare un «Trattato di base», cioè un testo più snello rispetto alla versione attuale. Sarcina Giuseppe