Arianna Ravelli, ཿCorriere della Sera 31/5/2006;, 31 maggio 2006
Quest’anno più che mai è di moda tifare contro l’Italia ai mondiali. Oliviero Toscani (fotografo): «Tifare Italia? Così se vinciamo si insabbia tutto e si dimentica ogni cosa? Assolutamente no! Sono stufo di girare il mondo e sentirmi dire ”Italia, mafia”
Quest’anno più che mai è di moda tifare contro l’Italia ai mondiali. Oliviero Toscani (fotografo): «Tifare Italia? Così se vinciamo si insabbia tutto e si dimentica ogni cosa? Assolutamente no! Sono stufo di girare il mondo e sentirmi dire ”Italia, mafia”. Tiferò Ghana, che vincano loro 3-0 così andiamo a casa subito». Aldo Nove (scrittore): «Viva il Ghana, perché l’Italia non doveva esserci e perché Lippi doveva dimettersi». Gianluigi Paragone (direttore de La Padania): «Sono contro l’Italia da ben prima di questo scandalo. Perché il calcio vuol dire identità, appartenenza, cose che da noi si sono perse. La mia squadra è l’Atletico Bilbao: mischia lo spirito identitario, la spinta politica, il tifo, la pancia...». Andrea G. Pinketts (scrittore): «Premetto: non me ne frega nulla, anche se sto seguendo la vicenda Moggi. Per dirla con Jannacci voglio vedere l’effetto che fa mandare in crisi una cosa che in Italia è sacra quanto il Vaticano. Io tifo sempre Irlanda perché un Pinketts, irlandese, è morto a Fort Alamo a fianco di David Crockett».