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 2006  maggio 29 Lunedì calendario

Nugent Ted

• Nato a Detroit (Stati Uniti) il 13 dicembre 1948. Chitarrista. «[...] una sorta di icona della musica rock. Se il suo maggiore successo è stato Cat Scratch Fever nel 1977, i fan lo ricordano tanto per canzoni famose ed irriverenti come My Baby Likes My Butter on Her Grits e My Love is Like Tire Iron quanto trovate bizzarre come quella di essersi presentato su un palco vestito da uomo di Neanderthal, senza contare l’essere sfuggito alla leva durante la guerra del Vietnam ed essere stato più volte fermato per atti indecenti, come quando urinò addosso ad una suora. A suo agio con i comportamenti estremi, la rockstar che ama raccontare la dipendenza dal sesso si vanta di aver macellato personamente tutta la carne mangiata a partire dal 1971 e di aver ospitato due reality show nel ranch texano di cui è proprietario, non molto lontano da quello del presidente George W. Bush, sempre sul territorio della piccola Crawford. I due hanno avuto anche modo di incontrarsi, durante una delle periodiche soste di Bush nel piccolo centro. In uno dei depositi del ranch Nugent si è costruito un’armeria dove custodisce almeno 350 armi da fuoco, testimonianza del sostegno personale alle battaglie dell’Associazione dei portatori di armi da fuoco, la ”Nra” prima e più potente lobby politica di Washington. Non a caso considera proprio nemico giurato Michael Moore, regista di Bowling for Columbine nel quale denunciava proprio la ”Nra”. Dal 1982 la rockstar indossa con orgoglio il distintivo di vice sceriffo e con il passare del tempo le sue opinioni su come far osservare il rispetto della legge hanno conquistato i titoli dei giornali anche lontano da Crawford. Confessa di provare gusto a partecipare ai raid della polizia nei quali ”si buttano giù porte con i calci e si arrestano schiere di persone”, di disprezzare chi fa ricorso ad alcol e droghe e di considerare l’omosessualità ”moralmente errata”. Nel 2004 è andato volontario a Fallujah, roccaforte della guerriglia irachena nel Triangolo Sunnita, per uno spettacolo organizzato dall’Us Army in favore di soldati e marines in prima linea in una guerra al terrorismo a cui sente di partecipare in prima persona. Richiamandosi all’esempio di Bob Hope, l’attore che seguì le truppe durante la Seconda Guerra Mondiale. ”Questi jihadisti islamici vogliono ucciderci tutti”, ha detto in una recente intervista, definendo ”un coyote” il cantante Cat Stevens perché convertito all’Islam e recapitandogli il seguente messaggio: ”La prossima volta che ti vedo, ti sparo”. Durante il soggiorno in Iraq, è andato a visitare a Baghdad la sala dove Saddam Hussein studiava i piani di guerra ed ha colto l’occasione della presenza a fianco delle truppe per esercitarsi nell’uso di fucili mitragliatori da combattimento, ultimo modello. Si sente vicino ai repubblicani ma a volte rimprovera loro di esitare troppo nel difendere i valori e la sicurezza dell’America. ”Molti deputati e senatori conservatori la pensano esattamente come me ma hanno paura a dirlo pubblicamente” perché temono che non sia politicamente corretto. Da qui la decisone di guardare alla vita pubblica, immaginando di scendere in campo e candidarsi a governatore del Michigan, uno Stato nel cuore del Mid-West ma dove i democratici sono ancora in grado di mietere voti, come dimostra il fatto che nel 2004 andò a John F. Kerry. Nugent è convinto di poter far breccia fra chi vota democratico nel cuore della ”Red America” - l’entroterra continentale dominio repubblicano - per via del fatto che il suo essere conservatore non ha nulla a che vedere con le derive razziste, sente di poter far breccia fra gli afroamericani. ”Non riesco ad immaginare nulla di più infimo del Ku klux Klan, ho celebrato l’identità afroamericana durante tutta la mia carriera, il mio più grande eroe è James Brown, tutti i miei eroi sono afroamericani ed io mi identifico con loro, sono l’uomo più anti-razzista che sia mai esisito sulla Terra”. Con un padre soldato nella Seconda Guerra Mondiale ed alle spalle gli studi in una scuola gesuita, Nugent sostiene di essere stato ”educato all’obbedienza” ma non rinnega nulla del suo controverso curriculum, a cominciare dall’episodo nel quale urinò addosso ad una suora: ”Mi trovavo a scuola, ebbi un’erezione, stavo urinando contro il muro e la suora mi chiese che cosa stavo facendo, così mi girai per risponderle....”. E sul Vietnam spiega che ”sì, è tutto vero, scelsi di non andare in guerra ma proprio questo fatto mi obbliga oggi ad essere al fianco di coloro che si battono per difendere la libertà”. Insomma, non aver indossato la divisa contro i vietcong causa un dichiarato ”imbarazzo” dal quale il chitarrista tenta di emanciparsi sostenendo la guerra al terrorismo, contro la Jihad ed Osama Bin Laden. Dell’errore fatto allora parla spesso e volentieri, per rovesciarlo contro chi oggi si oppone alle scelte della Casa Bianca: ”Non compresi quanto era importante combattere contro i nostri nemici ma poi sono stato a Fallujah e sono salito su un elicottero in Afghanistan imbracciando una mitragliatrice calibro 50, non sono un codardo”» (Maurizio Molinari, ”La Stampa” 29/5/2006).