Giorgio Dell’Arti, Epoca (data da trovare: dopo il 1992, è il primo anno in cui si fece Non è la Rai senza Bonolis), 25 maggio 2006
Per Laura Gnocchi da parte di Giorgio Dell’Arti Provino di Non è la Rai Roma. Gianni Boncompagni dice che l’unica cosa su cui non va d’accordo con Berlusconi è la misura del reggiseno
Per Laura Gnocchi da parte di Giorgio Dell’Arti Provino di Non è la Rai Roma. Gianni Boncompagni dice che l’unica cosa su cui non va d’accordo con Berlusconi è la misura del reggiseno. A Berlusconi piacciono piuttosto maggiorate, terza o quarta minimo - tipo Valeria Marini -, Boncompagni si interessa solo delle prime misure, in pratica femmine piatte o quasi. Ambra, che conosce benissimo la faccenda, quando s’è trovata l’altra settimana in mezzo alle migliaia di ragazzine che vorrebbero entrare nel prossimo cast di Non è la Rai, ha scosso la testa: ”Troppi trucchi, troppi tacchi, troppe scollature”. Boncompagni, in effetti, le ha bocciate quasi tutte: le vuole col seno piatto, piccoline di dimensioni, aria bambinesca, vocina, sguardo con un non so che, che però non deve essere un non so che troppo malizioso. Boncompagni va cercando il candore vero, sa bene che il candore o l’innocenza sono il massimo della perversione. E poi ha sempre detto che le sue bambine devono essere, soprattutto, ”intelligenti” Questo concorso della settimana scorsa per il nuovo cast di Non è la Rai ne ha fatte vedere delle belle. Intanto s’è presentata una massa mai vista di bambine accompagnate da mamma e papà. Fatti i calcoli, a occhio e a croce saranno state quindicimila. Boncompagni, la Ghergo, Floriana Santini e la stessa Ambra le hanno selezionate in tre giorni. Meglio: il vero selezionatore è stato naturalmente Boncompagni, le altre si sono limitate ad assisterlo moralmente. Le ragazze, asserragliate alla porta dello studio 3 di Cinecittà e tenute a bada da una decina di poliziotti, venivano fatte entrare a gruppi di quindici-venti, salivano due gradini, si trovavano su una pedana davanti a un microfono e dovevano dire semplicemente: ”Ciao, sono Susanna, ho sedici anni e vengo da Roma”. Nonvantanove volte su cento a Boncompagni bastava questa frase per bocciarle. E l’intelligenza? ”Ma a me basta pochissimo per sapere se una è intelligente o no”. Parecchie mamme hanno detto che il concorso era una truffa. ”’Come si fa a respingere una candidata sulla base di un esame di pochi secondi? In pratica, nessuno ha visto quella che la mia bambina sa fare!” L’idea di parecchie mamme e di parecchie figlie è che a Non è la Rai siano passate le solite raccomandate o quelle che hanno fatto chissà che. Certe ragazze, che non si davano pace per la bocciatura, si sono rimesse in fila una seconda volta, sono ritornate al microfono, hanno detto di nuovo: ”Sono Susanna, eccetera” e sono state bocciate, perciò, non una, ma due volte. Una delle candidate, testardissima, ha fatto la fila una terza volta e quando s’è trovata di nuovo sul palco ha "denunciato la truffa": ”Sono passata qui davanti tre volte e non ve ne siete accorti”. Risate, pacche sulle spalle. Quelli di Non è la Rai vorrebbero che la cosa fosse presa per una specie di gioco, ma le candidate sono sbarcate a Roma piene di sogni, a migliaia di piccole italiane la tv pare un paradiso o, come minimo, un punto di partenza per il cammino della speranza. Eppure, certi ultimi fatti avrebbero dovuto essere illuminanti. Intanto, quelle che hanno superato il provino l’anno scorso e si sono divertite ad andare in video per tutto il ’93-’94, quest’anno sono state rimandate a casa: il futuro che avevano immaginato dodici mesi fa è durato abbastanza poco. Lavorare a Non è la Rai inoltre non è troppo redditizio: centomila lire al giorno, cioè circa tre milioni al mese, ma chi viene da fuori deve pagarsi una camera in affitto e se non arriva qualche soldo da casa, non è una vita facile. Anche considerare Non è la Rai un trampolino di lancio è in definitiva un errore: Boncompagni sceglie la sue ragazzine non per i loro talenti, ma per certe qualità misteriose, che si rivelano solo davanti alla telecamera e in occasione della prestazione più semplice (’Mi chiamo Susanna...”), ma che possono essere - anzi, sono - del tutto insignificanti in altri contesti o spettacoli. Miriana, una delle più famose, ha capito che il programma non la portava da nessuna parte e a un certo punto l’ha mollato per andarsene in America col ragazzo. Quanto ad Ambra, si tratta di un caso pressochè unico e irripetibile, ma che conferma in qualche modo la regola: Ambra non è diventata famosa per le sue doti da show-girl (canta e balla nè meglio nè peggio delle altre), ma grazie al suo modo di stare in video, per le battute, le smorfiette, il modo in cui solleva gli occhi. Che Ambra abbia un destino nel mondo dello spettacolo è possibile, ma niente affatto sicuro. E poi, quale destino? Cantante, ballerina, attrice? Ma Ambra - come volevasi dimostrare - non è realmente nessuna di queste tre cose. Non è la Rai tornerà in video a metà settembre. La trasmissione non subirà cambiamenti significativi, a parte il numero delle ragazze (cento invece di centoquaranta) e le loro facce, quasi del tutto rinnovate grazie ai provini della settimana scorsa. Resteranno ancora Ambra, Gu, Valentina, Letizia, Pamela e qualche altra. Per il resto, tutto nuovo. Il limite di età è stato abbassato: nessuna oltre vent’anni. Ma si è pure deciso di non accettare fanciulle che avessero meno di dodici anni. Ai provini se ne sono presentate alcune di nove, subito rimandate a casa senza nemmeno farle passare davanti al microfono. Quelli di Non è la Rai pretendono che le ragazzine continuino ad andare a scuola anche mentre fanno lo show e per questo quest’anno s’è deciso di non accettare candidate che venissero da fuori Roma: cantare, ballare e studiare è già abbastanza faticoso, se si ha la famiglia in città. Quante alle regole, continueranno a essere severe come sempre: niente interviste, niente trucchi in faccia, niente abiti troppo vistosi, puntualità assoluta sul lavoro, eccetera. Chi sgarra, va fuori. Chi si monta la testa, torna a casa. Boncompagni addita Ambra come esempio: sarà magari diventata una piccola diva, ma intanto continua a cambiarsi nella roulotte con le altre, non ha e non avrà un camerino tutto per sè. Boncompagni ha sempre detto che l’esperienza della trasmissione è, dal punto di vista educativo, ottima: ”Invece di stare in mezzo alla strada a giocare con i motorini, queste bambine capiscono cos’è la puntualità, cosa sono le prove, cos’à l’Iva o la multa”. E l’intelligenza? ”Quella c’entra, eccome” E che cos’è? ”Curiosità, soprattutto. Io non posso vedere quelle che a tredici anni sono già annoiate, quelle a cui non gliene importa niente di niente, quelle che non hanno o non manifestano interessi”. E per capirlo le basta una sola occhiata? ”Perchè, secondo lei di occhiate quante ce ne vorrebbero?”