io cucino 05 ottobre, 23 maggio 2006
enrico brignano. A preparare delle vere e proprie cene ho iniziato intorno ai 17 anni: i miei andavano via e io improvvisavo cenette con gli amici, pescando nel repertorio della tradizione familiare
enrico brignano. A preparare delle vere e proprie cene ho iniziato intorno ai 17 anni: i miei andavano via e io improvvisavo cenette con gli amici, pescando nel repertorio della tradizione familiare. Perché fin da ragazzino a casa mia ho sempre dato una mano in cucina, come tutti in famiglia: una famiglia allargata, soprattutto la domenica, con la casa piena di parenti. Ho imparato subito a fare il barbecue, partecipavamo un po’ tutti e io imparavo osservando come si faceva: il pollo che si mette prima di tutto, le salsicce bucate ma non subito... Tutti segreti che migliorano le performance. Adesso che vivo con la mia compagna, in casa ci dividiamo i compiti e pure io indosso la ”parannanza”. Ma devo dire che la bravura di un uomo in cucina si misura anche da come carica la lavastoviglie: farci entrare tutto è una forma d’arte, specialmente le pentole grandi e le padelle enormi con il manico gigantesco. Altro che talento, ci vuole del genio! Chi è incapace, lascia tutto lì e magari per fare un sughetto per pochi amici ha sporcato 14 pentole... Insomma, se ti manca la capacità di muoverti in cucina, e sporcare il meno possibile, ti conviene andare al ristorante! UN PIATTO CHE CONQUISTA Il mio maggior successo? Devo dire che ho fatto un figurone con i ravioli al limone, completamente confezionati da me. Sapevo fare la pasta, così ho impastato, ritagliato, farcito con ricotta e spinaci e condito con crema di limone. Una ricetta mezza inventata da me, con un sugo che ho modificato a mio piacimento: ci ho perso tre o quattro ore della mia vita ma ne è valsa la pena. Bella serata, capite cosa intendo... Sono stato premiato: un ”tot” a raviolo! Tra le mie specialità anche la pizza, quella alta napoletana ma anche la bassa romana. Ma, soprattutto, so come apparecchiare, con le candele nei punti strategici, e la musica giusta da mettere (l’atmosfera si crea con la new age o con il rock soft). Insomma, non presto attenzione solo al cibo ma anche al contorno. Prima di fare il comico, ho fatto il cameriere e ho imparato a disporre i cibi sul piatto: porzioni piccole, ma presentazione superba. Il mio piatto peggiore? stato sicuramente una polenta. Era di quelle ”a presa rapida”! Non riesco proprio a capire la natura del mio errore, ma senza dubbio sembrava la malta dei muratori: ma questa storia la conosco solo io... e il secchio dell’immondizia dove l’ho buttata! se fossi un piatto Sarei un pomodoro ripieno di riso: lo vedi da fuori ed è già allettante. Penso che quando uno (o una!) mi vede dica: «Quello secondo me è succulento». Poi, conosce l’interno e ci sono due possibilità: o piaccio totalmente o magari lui, o lei, ordina prosciutto e melone! (testo raccolto da Marina Baumgartner)