io cucino luglio 05, 23 maggio 2006
ficarra e picone. Quando eravamo piccoli il problema della cucina era risolto dalle nostre mamme. Poi, siamo diventati cuochi per necessità: abbiamo iniziato a girare l’Italia con i nostri spettacoli e spesso stavamo in appartamenti o in residence
ficarra e picone. Quando eravamo piccoli il problema della cucina era risolto dalle nostre mamme. Poi, siamo diventati cuochi per necessità: abbiamo iniziato a girare l’Italia con i nostri spettacoli e spesso stavamo in appartamenti o in residence. Quando si è fuori è dura andare sempre al ristorante: a parte il risvolto economico, dopo un po’ il fegato grida pietà. Anche mangiare sempre pasta all’olio alla lunga fa tristezza... E allora io, Salvo (Ficarra), ho iniziato a cimentarmi con qualche piatto diverso, anche inventando con ciò che trovavo in frigo. La sperimentazione dura da dieci anni e per ora non è morto nessuno. Ci siamo divisi i compiti: Valentino (Picone) è diventato un esperto di detersivi e lava i piatti con grande piacere... Ha una collezione di Last al limone da fare invidia: per esempio il ’94 è un’ottima annata. E che dire del Nelsen ’86? Un’annata davvero irripetibile! Che seppioline! Quindi, definiti i ruoli, posso dire che il maggior successo l’ho avuto con un piatto inventato da me, dopo anni di sperimentazioni: sono seppioline tagliate a strisce, messe in un tegame con un po’ d’acqua, olio, aglio e cipolla a insaporire. Quando sono cotte si aggiunge una cremina di zucchine verdi passate e, all’ultimo momento, una dadolata di pomodorini rossi. La prima volta l’ho fatto in famiglia a Pasqua e, visto il successo, l’ho ripetuto a Natale: non è complicato, solo lungo da fare e poi è fondamentale trovare gli ingredienti freschissimi. Gli insuccessi? Non ce ne sono, sono espertissimo... e modesto! Se per insuccesso si può considerare questo, eccolo: avevo fatto dei meravigliosi maccheroni al ragù in bianco, pezzettini di carne con un bel sughetto denso e profumato, e stavo per servire quando sono scivolato... Di là un gruppo di amici aspettava fiducioso e io, per non deluderli, stavo per raccogliere tutto e far finta di nulla... Peccato che il rumore ha richiamato il cane, con il quale ho ingaggiato una violenta colluttazione per salvare la carne. Gli amici? Se ne sono accorti, ovviamente. Così, siamo andati al ristorante. se fossi un piatto Salvo: «Vorrei essere un piatto di pasta con le zucchine: quelle lunghe, siciliane, tagliate a fettine e fritte. Perché? Per la semplicità». Valentino: «Mi identifico nella cosa più facile che ci sia: spaghetti con olio, senza nemmeno il formaggio, perché sono essenziali. E buoni!». (testo raccolto da Marina Baumgartner)