io cucino marzo 05, 23 maggio 2006
luciana littizzetto. Vengo da una famiglia di ristoratori, i miei nonni hanno sempre avuto ristoranti, mia madre è una grande cuoca
luciana littizzetto. Vengo da una famiglia di ristoratori, i miei nonni hanno sempre avuto ristoranti, mia madre è una grande cuoca. La passione per la cucina nel Dna? Veramente ho quella per mangiare... Vado pazza per la cervella impanata e fritta, però mi fa impressione cucinarla e la mangio solo se la trovo pronta. Quando invece gli amici mi invitano a mangiare funghi sono in paranoia. Non mi fido e invento mille scuse: sono allergica, se li mangio mi spuntano le corna... Riesco sempre a evitarli! POLLO COL TRUCCO Il mio maggior successo? Fritto misto piemontese per tutti alla serata inaugurale di ”Be your chef” al Duert (spazio eventi dedicato alla gastronomia, ndr) di Torino. Ma lì ero supportata da una squadra di esperti! Una cosa che faccio da sola è l’insalata di pollo. L’ultima a Capodanno, per un sacco di amici tra cui una cuoca di professione. Tutti, cuoca compresa, si sono profusi in lodi. Com’è quest’insalata? Per renderla appetitosa (o meno nauseante possibile!) mescolo senape, maionese, olio e limone. Poi metto molto sedano, affettato fine, e perché non sia stopposa compro un succulento pollo arrosto, lo spello, lo spolpo... Idea geniale, no? Vabbè mi affido al girarrosto, ma chi ce l’ha il tempo di arrostire anche il pollo? IL RISOTTO SECCONE A me cucinare piace proprio, faccio un sacco di corsi, mi impegno davvero molto. Eppure il risotto mi viene sempre male: ne faccio una montagna o due chicchi, mi viene crudo o scotto, acquoso o seccone... Anche l’arrosto mi viene seccone: forse sbaglio taglio di carne? Perché un conto è comprare dal macellaio di fiducia, ma al supermercato magari ti ritrovi un pezzo di legno di bue, che neanche con l’acido muriatico diventa tenero! La cosa peggiore che ho fatto? Tanti anni fa, una frittata di cipolle: ho messo tutto insieme a cuocere, uova e cipolle. Il risultato? Una cosa truculenta! se fossi un piatto Vorrei essere una polpetta. Primo, perché le mie dimensioni sono quelle. Poi, perché la polpetta è quasi un miracolo di resurrezione: è fatta di rimasugli che giacciono tristi in frigo e che invece, mescolati insieme, acquistano una seconda vita. (testo raccolto da Marina Baumgartner)