io cucino maggio 06, 23 maggio 2006
Benedicta Boccoli. Se penso al mio piatto preferito, immagino le penne lisce pomodorini e basilico che fanno alla Bersagliera a Napoli, di fronte a Castel dell’Ovo
Benedicta Boccoli. Se penso al mio piatto preferito, immagino le penne lisce pomodorini e basilico che fanno alla Bersagliera a Napoli, di fronte a Castel dell’Ovo. Sì, è vero, mangio così spesso fuori che identifico i piatti col ristorante che li cucina. E in genere, quando ceno dopo il teatro, è così tardi che prediligo cose leggere e digeribili. Anche se non disdegno un buon gattò di patate, che è tutto fuorché leggero, no? Comunque, l’abitudine a uscire è così radicata che anche quando sono a Roma cucino molto di rado. La verità è che organizzo circa... una cena all’anno! Però quella volta rido tantissimo e mi do da fare tutto il giorno: una fatica! Anche perché curo molto ”da vicino” le preparazioni. Letteralmente! Mi spiego. Faccio il pollo al forno (tra i miei cavalli di battaglia, cucinato a pezzi: piace molto al mio fidanzato)? Beh, lo metto nella teglia, lo condisco, lo infilo nel forno e... sto lì tutto il tempo a guardarlo! Immancabile contorno, quando è stagione, le puntarelle in insalata con la salsetta di acciughe, ma senza aglio (non lo sopporto). Un altro mio pezzo forte è il ragù... Ma non chiedetemi come lo faccio: quando, quella volta all’anno, decido di invitare gli amici, telefono alla mamma e mi faccio dare la ricetta (anche quella della crostata di frutta, che mi viene buonissima). L’anno successivo, però, me la sono bella che dimenticata. Sicché, mi tocca ricorrere di nuovo all’aiuto da casa, come nei quiz televisivi! PIATTO SPUDORATO Comunque, rispetto ai pasticci che combinavo qualche anno fa, ora posso ritenermi soddisfatta: nessuno se ne va da casa mia affamato. Mi ricordo invece di un Capodanno disastroso. Venni invitata a questo veglione a casa del mio futuro fidanzato (Maurizio Micheli, ndr). Ognuno doveva portare qualcosa, e io decisi di fare le lenticchie. Insomma, non so bene cosa successe (forse, non le guardai abbastanza!), fatto sta che l’acqua si consumò e le lenticchie bruciarono prendendo un odore e un sapore disgustosi. Però, erano le sette di sera del 31 dicembre, non potevo più uscire e andare a comprare qualcosa, così le portai lo stesso. E qualcuno le mangiò anche! Quanto a Maurizio, me lo ha rinfacciato per anni. Ma sapete cosa credo? Che sia stato per quelle lenticchie che si è messo con me: per la mia spudoratezza! se fossi un piatto Qualcosa di goloso. Come le meringhe con la panna. Di più: vorrei essere un intero vassoio di meringhe con la panna. Perché sono bianche. Dolcissime. E montate. Come me?! (testo raccolto da Francesca Romana Mezzadri)