io cucino febbraio 2006, 23 maggio 2006
Susy Blady Premetto di non essere una gran cuoca e di mettermi ai fornelli solo per sopravvivenza. In genere, cucino per me e per mia figlia Zoe
Susy Blady Premetto di non essere una gran cuoca e di mettermi ai fornelli solo per sopravvivenza. In genere, cucino per me e per mia figlia Zoe. Ma quando organizzo le cene, ho un sistema infallibile per aver successo: chiedo alle mie amiche di portare tutto. Una pensa al primo, una al secondo, l’altra al dolce... e a me dicono: «Syusy non preoccuparti, compra solo il pane». E io: «Ma veramente la panetteria col pane buono è così lontana da casa... Perché non ci pensate voi?». Detto questo, io sono figlia di una che in cucina ci sa stare eccome, e poi è bolognese: è capace di svegliarmi alle 10 di mattina per chiedermi se voglio la pasta asciutta o in brodo e di pormi la stessa domanda quando chiamo dall’altro capo del mondo per annunciare il mio ritorno. Ma, tant’è: qualcosa devo aver assorbito, perché una volta, tempo fa, mi è venuta voglia di fare la sfoglia e l’ho fatta, anche tirata a mano! Dopo la sfoglia, il ragù: e il risultato è stato più che onorevole. Un altro dei miei successi in cucina è il fiordilatte che non è mozzarella, come in altre parti d’Italia, ma un dolce dolcissimo, tipo panna cotta, che ogni tanto mi viene richiesto a gran voce da mia figlia Zoe. Diciamo che, se mi coltivassi, potrei far fruttare il mio Dna bolognese. quando il pranzo va... in fumo In questa situazione, anche gli insuccessi non sono tanti. Ma c’è una cosa, ormai cronica, che mi contraddistingue: brucio sistematicamente tutto. La spiegazione? Amo fare quattro cose insieme e cucinare rientra tra queste. Dopo aver fatto la spesa, pulito, tagliato e messo gli ingredienti nella pentola, arrivata quasi al traguardo... Squilla il telefono. Poi, mi ricordo che dovevo assolutamente finire quella frase sul computer, altrimenti non me la ricordo più. A questo punto, arriva Zoe che mi deve raccontare cosa le è successo a scuola. E il pranzo va in fumo, in senso assolutamente letterale! L’ultima volta? successo con i cardi che brasavano lentamente nel vino: consumato tutto! se fossi un piatto Sarei una torta di riso. Perché richiede un procedimento lungo: si cuoce il riso, lo si raffredda, lo si mescola con altri ingredienti, si mette in forno, si sorveglia, si toglie, si fa raffreddare... Poi, se ne mangia poca, perché riempie troppo. Io sono così: mi si scopre piano piano e spesso sono diversa da quella che sembro. E vado presa a piccole dosi: sono impegnativa! (testo raccolto da Marina Baumgartner)