Varie, 22 maggio 2006
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Talese Gay
• Ocean City (Stati Uniti) 7 febbraio 1932. Scrittore. Giornalista • «[...] Dagli esordi come cronista del New York Times, fino al successo popolare con libri tipo The Kingdom and the Power, Honor thy Father, Thy Neighbor’s Wife e Unto the Sons, il ragazzo calabrese cresciuto a Ocean City ha sempre cercato di inventare un modello nuovo. La critica lo etichetta fra i padri del “New Journalism”, in compagnia di tipi come Truman Capote, Tom Wolfe e Norman Mailer. [...] “Io ho cominciato questo mestiere facendo il cronista del New York Times, quando lo chiamavano la ‘Vecchia Signora in Grigio’ e c’erano ancora i correttori, che spulciavano ogni articolo col diritto di riscriverlo dalla testa ai piedi, se l’autore aveva fatto sciocchezze. Oggi, purtroppo, anche al Times passa gente tipo Jayson Blair, il reporter che si inventava le storie da casa. Il giornalismo è diventato superficiale, vuoto, e perciò sempre più irrilevante [...] Da quando ci sono tv come la Cnn o la Fox, e i blog, tutti sentono la necessità di correre per non subire scoop. In questo modo, però, ci tagliamo le gambe da soli, perché pubblichiamo così tante corbellerie che i lettori non ci seguono più. Ormai l’unica cosa vera, nei giornali di oggi, sono i risultati degli incontri sportivi: sono numeri, è difficile manipolarli. Il resto è tutto superficiale, inaffidabile. Non è che quando io facevo il cronista ci piaceva prendere buchi, però l’accuratezza e la rilevanza degli articoli venivano sempre prima della quantità e della velocità. Se non avevi la storia giusta e completa, non scrivevi. Meglio rimandare che sbagliare [...]”» (Paolo Mastrolilli, “La Stampa” 22/5/2006).