varie, 19 maggio 2006
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Oprandi Romina
• Jegenstorf (Svizzera) 29 marzo 1986. Tennista. «[...] bionda come mamma Romy, svizzera, decisa come papà Roberto, italiano di Bergamo, col doppio piercing al labbro destro (’Me li sono fatti a 17 anni, perché mi piacciono”) e i tatuaggi (’ un segreto”), è rotondetta ma comunque veloce di occhio e braccio prima che di gambe. Ha un rovescio a due mani favorito dal mancinismo - nella vita, ma non nel tennis - buon dritto, passione per le smorzate, bel timing per lob e passanti, tennis classico e perciò estremamente insolito nel ”corri e tira” moderno.[...] italiana per scelta, diverte, come dall’e-mail ”funnykimi”: ”Ho sempre giocato così, l’ho deciso io, a 4 anni. E ho avuto genitori fantastici che, anche adesso, se voglio non vengono ai miei match, e mi dicono solo: ’Divertiti’. Infatti il divertimento aiuta il mio tennis. Perciò non guardo le altre partite in tv, anche se Federer-Nadal, qui a Roma, l’ho vista, eccome. Ma in genere mi annoio, non ho mai rivisto neanche una partita mia”. [...]» (Vincenzo Martucci, ”La Gazzetta dello Sport” 19/5/2006) «[...] è nata a Berna, da papà di Bergamo e mamma svizzera, ma a 12 anni ha scelto di giocare per l’Italia. ”L’avevo vista vincere l’Orange Bowl, il padre venne a trovarmi a Rovereto perché stavo male, e firmò l’impegnativa per cui, a fronte degli aiuti economici Fit, avrebbe giocato per l’Italia. La feci felice regalandole una tuta della nazionale”, come racconta Graziano Risi, del settore tecnico Federale. Papà Roberto è benestante: ha un centro di collocamento, il centro tennis Thalmatta a Herrenschwanden (10 minuti da Berna), e anche uno dei tennis club più belli ed esclusivi della città, il Tc Sporting, nel quartiere delle ambasciate. Romina [...] è ricca di talento: mancina, gioca a tennis di destro, ma scrive e mangia con la sinistra, ha vinto l’Orange Bowl under 12, si è allenata da Eric Van Harpen, ha un bel dritto naturale e una passione per le smorzate (sia di dritto che di rovescio). [...] è un tipino niente male, col doppio piercing al labbro inferiore destro, più tatuaggi (nascosti) e qualche chilo di troppo che non le pesano: ”Perché vedo che in campo sono comunque veloce. [...]” [...]» (Vincenzo Martucci, ”La Gazzetta dello Sport” 18/5/2006).