Corriere della Sera 17/05/2006, Gianni Riotta, 17 maggio 2006
Il Paradiso e la barba. Storie italiane tra radio, idee e giornali. Corriere della Sera 17 maggio 2006
Il Paradiso e la barba. Storie italiane tra radio, idee e giornali. Corriere della Sera 17 maggio 2006. L’ 11 gennaio 1942 il gruppo teatrale Borgese mette in scena a Palermo la «Tosca» e i giornali lodano, tra gli altri, «Totò Riotta, bravo e sensitivo nella parte del console Angelotti». La locandina, spiegazzata, vanta i «professori d’ orchestra» diretti dal maestro Siragusa e «l’ impianto radiofonico fornito dalla Casa della Radio». La «Tosca» è seguita da uno show che mio padre presenta, ma le soubrette del «Trio ’ 900» non sono proprio Wanda Osiris e i sogni di Broadway finiscono nel cassetto, senza malinconie. Un anno dopo l’ Italia è tagliata in due. Mio padre, separato dagli esami all’ Accademia Navale, prova la fortuna come speaker a Radio Palermo, prima emittente nell’ Europa liberata che lo Psychological Warfare Branch 1, gli specialisti della guerra psicologica, allestisce all’ ombra della medievale Martorana. Franco Nicastro, nel saggio «Radio Palermo 1943», www.comunicandonline.it ricorda gli esordi della radio che restituisce agli italiani notizie dopo 20 anni di regime. I ragazzi disoccupati si precipitano al test del 14 agosto ’ 43, ricorda un testimone, «e un sergente americano dal nome curioso, Misha Kamenetzki, i piedi sulla scrivania, ruota una matita, promuovendo o eliminando. Riotta è assunto come speaker, ma dopo qualche giorno tra dispacci e messaggi in codice per i partigiani, nota che i giornalisti guadagnano di più e hanno accesso alle formidabili razioni K, i cibi precotti degli Alleati. Chiede a Kamenetzki di essere promosso reporter e il sergente dagli occhiali di tartaruga gli dà una sola lezione: «Ogni giorno cerca nei bollettini dal fronte una notizia negativa per noi, una battaglia perduta, una nave affondata: se diciamo che tutto va bene la gente non ci crede più. La verità batte la propaganda». L’ aplomb da palcoscenico salva mio padre dalla fame, ma Angelotti «il console della spenta Repubblica Romana!» è relegato tra i souvenir, con la tesi di laurea in Fisica «Diffusione e ricombinazione degli ioni gassosi, Relatore Prof. On. Enrico Medi»: «Tanto la diffusione che la ricombinazione costituiscono le cause principali per cui la ionizzazione di un gas decresce per la graduale scomparsa degli ioni » che sfoglio in ammirata ignoranza. Anche la collaborazione con Kamenetzki, assurto a notista principe con lo pseudonimo «Ugo Stille», passa in silenzio, per pudore, fino al testo di Nicastro e al sito www.ateneonline-aol.it Bizzarra generazione quella dei nati in Italia negli anni Venti, sbattuta tra dittature, guerra, prigionia e ricostruzione, senza perdere nella fatica il sorriso, persuasa che «prima il dovere, poi il piacere», frase prediletta da mio padre, non sia motto penitenziale, ma il solo modo per essere felici. Gente che ha visto il Paese distrutto e l’ ha rimesso insieme, per poi sentirsi rimproverare dai figli del boom «avete sbagliato tutto», aspettando con serenità i conti della storia. Gente ricca di identità e povera di narcisismo. Mio padre se n’ è andato il 10 di maggio, 64 anni dopo la «Tosca» e la dichiarazione d’ amore a mia madre, fuori dall’ aula di un liceo, «Accetto. Purché Lei sia serio» è la replica della sedicenne. L’ ultima domenica ha chiesto a un sacerdote amico gli estremi sacramenti e la rasatura al fido barbiere Pino, rasserenando un familiare commosso, «Perché piangi? Sono pronto ad andare in Paradiso. Non ho paura di morire». Io invece temevo da morire il giorno in cui avrei dovuto scrivere questo, il primo articolo senza la speranza che mio padre mi legga sorridendo, né l’ ansia che corrughi la fronte severo. Mi accorgo che non è, e non sarà mai così, scrivo e mi interrogo «Ma papà, funziona ’ sto pezzo?». Gianni Riotta