varie, 18 maggio 2006
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CHITI Vannino Pistoia 26 dicembre 1947. Politico. Ds. Ministro per i Rapporti con il Parlamento (Prodi II)
CHITI Vannino Pistoia 26 dicembre 1947. Politico. Ds. Ministro per i Rapporti con il Parlamento (Prodi II). Dottore in filosofia, studioso del movimento cattolico, ha fondato il premio ”Pegaso d’oro” «che per volar basso ha dato a Gorbaciov, Delors, Rabin, Arafat» (’Corriere della Sera” 18/5/2006). Comincia la carriera come consigliere comunale del Pci a Pistoia nel 75. Nel 92 è eletto presidente della Regione Toscana (rieletto nel 95). Considerato un alfiere del federalismo, nell’aprile del 2000, con la nascita del governo presieduto da Giuliano Amato, l’ingresso sulla scena politica nazionale con la nomina a sottosegretario della Presidenza del Consiglio con delega all’editoria. Un anno dopo l’elezione alla Camero, quindi l’ingresso nella ”stanza dei bottoni” dei Ds, quando nel dicembre del 2001 diventa coordinatore della segreteria e poi, nel 2005, coordinatore delle relazioni politiche e stituzionali. in prima linea nella nascita e nello sviluppo dell’Ulivo (’la Repubblica”, ”La Stampa” 18/5/2006) • «[...] ha una bella e seria faccia da funzionario comunista della federazione di Pistoia (comunista, s’intende, che fu, ché invece granitico democratico è), sfiora i muri del Transatlantico con un cravatta troppo lunga, dal nodo troppo grosso, come ministro che la vanità sembra sfuggire e magari è solo eleganza non raggiunta. [....] ”non ha ambizioni nazionali, non può avanzare, è un po’ grigio”. Però è affidabile, Vannino, ”è la congiunzione tra Fassino e Prodi” – e basti pensare che spasso e che pena – pur ombroso e di suo piuttosto ansioso, timido e quasi monacale. [...] ”Vannino è un uomo di centrocampo, di quelli che fanno ordine – garantisce Roberto Cuillo, responsabile Informazione dei Ds – Un saggio che sa distribuire la palla”. [...] Al partito, quando era il coordinatore, lo chiamavano ”il Ragioniere”, per quella sua mania di sistemare, incolonnare, precisare. Poi, Fassino preferì per quel ruolo il fidatissimo Maurizio Migliavacca, detto ”il Ragioniere più Ragioniere”, e Vannino proprio bene non prese la faccenda. Lo hanno dato vicino a Veltroni o vicino a D’Alema o vicino a Fassino, ma soprattutto ”lui è il perfetto equilibrio del partito toscano che è un po’ veltroniano, un po’ dalemiano, un po’ fassiniano”, e quindi ogni fatica va moltiplicata, ogni risultato diviso, ogni insuccesso reso d’incerta paternità. Certo, anche Vannino ha le sue soddisfazioni. Il premio ”Pegaso d’oro” da lui istituito, un libro dibattito con il figlio, un libro dibattito col cardinale Piovanelli, un articolo in difesa di Ratzinger su Avvenire, studi sui cattolici e sui laici. E poi la domenica, raccontano, ”va in giro a inaugurare oratori o a parlare con prelati”. [...]» (’Il Foglio” 3/5/2007).