Il Sole 24 Ore 14/05/2006, pag.30 Giuseppe Pontiggia, 14 maggio 2006
Regole di società. Il Sole 24 Ore 14 maggio 2006. Dalle carte ritrovate nella biblioteca di Giancarlo Vigorelli traiamo questa risposta - in forma di decalogo - di Giuseppe Pontiggia che lo scrittore mandò (era il 19 luglio 1984) al critico che stava svolgendo un’inchiesta dal titolo "Esiste ancora una società letteraria?"
Regole di società. Il Sole 24 Ore 14 maggio 2006. Dalle carte ritrovate nella biblioteca di Giancarlo Vigorelli traiamo questa risposta - in forma di decalogo - di Giuseppe Pontiggia che lo scrittore mandò (era il 19 luglio 1984) al critico che stava svolgendo un’inchiesta dal titolo "Esiste ancora una società letteraria?". Il decalogo di Pontiggia fu pubblicato per la prima volta nel numero di ottobre 1984 della "Nuova Rivista Europea". Sì, esiste, purtroppo. Ecco il suo decalogo: Lo scrittore migliora con gli anni. Il paragone più frequente è il vino, ma si dimentica, o si ignora, che pochi vini migliorano con il tempo. Soltanto gli eccellenti e non a oltranza. L’ascesa dello scrittore è invece progressiva e tocca il culmine con la decrepitezza e la morte. Lo scrittore morto è immortale. La parola "apoteosi", assunzione presso gli d riacquista la densità del suo significato. Lo scrittore malato è migliore di quello sano. C’è chi, in prossimità dei premi, si ammala. Si consigliano gambe vacillanti e sguardo lievemente febbrile, tra desiderio e infermità. Lo scrittore isolato è migliore degli altri. Ripeterlo, soprattutto per continuare a tenerlo nell’isolamento. Lo scrittore parsimonioso è migliore di quello prolifico. Chissà dove arriverebbe se non pubblicasse mai. Non negare mai l’obolo all’esordiente. Tanto, scriverà pur sempre un secondo libro. "Non dare la preferenza ai più capaci". un principio di Lao-tzu sull’arte del governo. Può darsi che non lo si conosca, ma è certo che lo si applica. Per aiutare un amico, una persona cara, parlare esclusivamente di valore. anche più morale. Per liquidare un concorrente, non dire mai "Lo detesto", ma spalancare le braccia: "Peccato che non sia più lui!". Per prevenire sdegni, indignarsi per primi. Disorienta sempre. Giudicare i libri senza leggerli. Sembra una magia, mentre è solo una abitudine. Ignorare la figura dell’autoironia. Si prega invece di tenerne conto, almeno per l’autore, di questo decalogo. Giuseppe Pontiggia