The New York Times La Repubblica 15/05/2006, pag. VII Jo Craven McGinty, 15 maggio 2006
Contare gli omicidi di una città sicura. New York Times La Repubblica 15 maggio 2006. Il killer più anziano aveva 88 anni: ha ucciso la moglie
Contare gli omicidi di una città sicura. New York Times La Repubblica 15 maggio 2006. Il killer più anziano aveva 88 anni: ha ucciso la moglie. La più giovane nove: ha pugnalato un amico. due volte più probabile che una donna uccida il marito o l’amante. Ma quando le relazioni sono finite, sono gli uomini a uccidere le ex. Il giorno più fatale è stato il 10 luglio 2004, quando otto persone sono state uccise in otto diversi episodi. Cinque persone hanno eliminato un proprio superiore. Altre dieci hanno ucciso colleghi di lavoro. Gli uomini che uccidono preferiscono le armi da fuoco, mentre le donne e le ragazze scelgono coltelli e pistole con la stessa frequenza. Nel distretto di Brooklyn, si sono verificati più omicidi che in ogni altro distretto. Il sabato è la giornata ne avvengono di più. E circa un terzo resta irrisolto. Alla fine di ogni anno, il Dipartimento di polizia di New York rende noto il numero totale degli omicidi: nel 2005 sono stati 504. Si tende a mettere in evidenza quanto si sia ridotto il numero dei crimini negli ultimi anni, a livelli che non si registravano dagli anni ’60. Ma la polizia non dedica molto tempo a registrare i dettagli dei singoli casi. Il New York Times è riuscito a ottenere le informazioni di base relative a ogni omicidio avvenuto in città negli ultimi tre anni e, se la lettura del materiale crea un certo disagio, statisticamente se ne ricavano informazoni sulle tendenze, talvolta si risolve un mistero e in genere si riesce, almeno per grandi linee, a rispondere alla domanda: chi uccide e chi è ucciso nei cinque distretti della città. Dal 2003 al 2005, a New York si sono verificati 1.662 omicidi. Sugli assassini dei casi rimasti irrisolti, non è disponibile alcuna informazione, se non qualche occasionale descrizione fisica. Le loro vittime sono state in genere altri uomini o ragazzi e, in più di metà dei casi, l’assassino e la vittima si conoscevano. La polizia sostiene di essere più interessata a individuare gli schemi con cui si commettono gli omicidi. ”Cerchiamo elementi che abbiano dei risvolti sul piano operativo - ora del giorno, giorno della settimana - per provvedere ad appostare agenti nelle ore giuste e in numero sufficiente”, dice Michael J. Farrell, vice commissario per le iniziative strategiche. L’aggressore e la vittima sono stati della stessa razza in più di tre quarti degli assassini. E, secondo Farrell, avevano frequentemente anche un’altra cosa in comune: più del 90 per cento dei criminali e oltre il 50 per cento delle vittime avevano la fedina penale sporca. ”Se il newyorchese medio teme l’omicidio che colpisce per caso, la possibilità che esso si verifichi è veramente remota”, dice Farrell. ”Se non si vive in un ambiente legato ad attività criminali, il rischio è trascurabile”. I criminologi confermano questa affermazione. ”Le persone si stupiscono quando apprendono quanto sia sicuro vivere a New York”, dice Andrew Karmen, professore di Sociologia del John Jay College di Giustizia Penale ed esperto di Vittimologia. ”Le vittime e gli aggressori provengono in genere dallo stesso ambiente. Molto spesso, le vittime giovani sono uccise da assassini giovani. Molto frequentemente, la vittima e l’omicida si conoscono”. Ma gli eventi possono anche allontanarsi dalla norma. Almeno un quarto degli omicidi che avvengono nella città sono commessi da stranieri e nella maggior parte di questi casi sono conseguenza di litigi. Il tasso di omicidi commessi da stranieri è raddoppiato rispetto a 50 anni fa, quando non superava il 14 per cento del totale degli omicidi. ’L’omicidio è stato in genere visto come un fenomeno riguardante persone che si conoscono con qualche raro episodio che vedeva coinvolti degli estranei”, dice Steven F. Messner, esperto di omicidi e professore di Sociologia della State University di New York ad Albany. ”Ed è ancora un fenomeno tra persone che si conoscono, ma il numero degli omicidi commessi da estranei non è più un dato di poca importanza”. Tra le persone assassinate in città, la più anziana aveva 91 anni ed è morta durante una rapina. I bianchi e gli asiatici, che uccidono meno frequentemente, sono anche meno soggetti a essere uccisi. Insieme, rappresentano 75 o un numero inferiore di vittime l’anno. La maggior parte degli omicidi avviene all’aperto. L’ora peggiore è risultata essere quella tra l’una e le due del mattino. Molti criminologi ritengono che i fattori sociali contribuiscano a spiegare perché e dove continui a verificarsi buona parte degli omicidi. ”Il problema dei reati e della violenza ha origine nelle condizioni dei quartieri - alti tassi di povertà, famiglie disastrate, scuole che non funzionano, carenza di opportunità ricreative, reclutamento attivo da parte di bande di strada, spaccio di droga”, dice il professor Karmen. La polizia non si fa impressionare molto da queste teorie, e neppure dai dettagli delle morti. ”I crimini tendono a concentrarsi”, dice Farrell. ”Chissà perché? Noi cerchiamo gli elementi sui quali possiamo agire”. Jo Craven McGinty