Filippo Ceccarelli, la Repubblica 14/5/2006, pagina 17., 14 maggio 2006
Il presidente Napolitano smentisce di aver scritto poesie con lo pseudonimo di Tommaso Pignatelli. All’origine dell’errore ci sarebbe il linguista Tullio De Mauro, autore della prefazione della raccolta "Pe’ cupià ’o chiarfo": aveva ricevuto quegli scritti da un amico il quale gli aveva fatto capire che erano stati composti da un politico napoletano: «Napolitano, ma stolidamente non gli ho mai chiesto se fosse lui»
Il presidente Napolitano smentisce di aver scritto poesie con lo pseudonimo di Tommaso Pignatelli. All’origine dell’errore ci sarebbe il linguista Tullio De Mauro, autore della prefazione della raccolta "Pe’ cupià ’o chiarfo": aveva ricevuto quegli scritti da un amico il quale gli aveva fatto capire che erano stati composti da un politico napoletano: «Napolitano, ma stolidamente non gli ho mai chiesto se fosse lui». Nel 1997, quando sulla rivista Poesia uscì la recensione del libro, il critico Arnaldo Colasanti, entusiasta, disse che l’autore era Giorgio Napolitano, il quale però smentì: «Non sono un poeta, sono indenne da questo peccato, spero di avere qualche altra qualità sostitutiva». La Stampa poi riportò una specie di intervista in cui Tommaso Pignatelli spiegava a Poesia il motivo dello pseudonimo: «Col mio vero nome avrebbero dedicato al libro recensioni, servizi e dato premi». Il servizio era corredato da una foto di Napolitano, che quella volta non intervenne.