Onda n. 21 2006, 16 maggio 2006
All’inizio la critica era scettica sui risultati che Domenica In avrebbe potuto ottenere. La concorrenza, infatti, puntava su un cavallo affidabile come Buona Domenica e sugli investimenti milionari che avevano portato il calcio di Serie A e Paolo Bonolis su Canale 5
All’inizio la critica era scettica sui risultati che Domenica In avrebbe potuto ottenere. La concorrenza, infatti, puntava su un cavallo affidabile come Buona Domenica e sugli investimenti milionari che avevano portato il calcio di Serie A e Paolo Bonolis su Canale 5. Massimo Giletti ricorda bene quei giorni sul finire dell’estate, «in particolare ho stampato nella mente un giornale che titolava ”Domenica In... pezzi”». Ci credevano davvero in pochi alla formula del contenitore domenicale diviso in tre parti, «ma per fortuna in televisione pagano ancora le idee e noi ne abbiamo avute di vincenti». E i dati parlano chiaro: «Domenica In L’Arena ha vinto trentadue domeniche su trentuno. Sono davvero contento, perché la vittoria è stata ottenuta su un grande come Costanzo e perché ha messo a tacere tutti i dubbi che circolavano prima dell’inizio della stagione». Esaltanti i dati auditel («la nostra media è intorno al 27 per cento») che hanno alzato di parecchi punti il programma rispetto alle stagioni precedenti. Un successo che Giletti divide anche con la compagna di lavoro Luisa Corna: «Una professionista che non chiede mai nulla e che è l’autentico opposto della tradizionale star televisiva, che non preme per avere spazio. Si muove con garbo ed è una persona molto dolce». Anche se alla domanda su quale sia la partner che ricorda con più piacere risponde «Rita dalla Chiesa, una donna dalla grande classe e intelligenza». All’interno de L’Arena (il 14 maggio è andata in onda l’ultima diretta, ma fino al 4 giugno sarà dato spazio a ”Il meglio di”), Massimo Giletti è orgoglioso soprattutto della parte di talk-show, che ha caratterizzato l’ultima sezione del programma e «che lascia in dote parecchi milioni di spettatori all’amico Pippo Baudo. Abbiamo scelto di trattare temi molto diversi tra loro, ridiscutendoli o magari cambiandoli anche al sabato, per restare sull’attualità. Mi ha davvero appagato professionalmente». Una modalità lavorativa che ha riportato Giletti agli anni di Mixer, la storica trasmissione di Giovanni Minoli, nella quale lavorò per quattro anni «e alla quale è legato, anche umanamente, il periodo più bello della mia vita. Eravamo in dieci in redazione, tutti affiatati. A Minoli devo tutto. Mi ha insegnato a diventare uomo e che esistono due verità quando si fa un’inchiesta e che non sempre quella giusta è la verità apparente. Invece spesso ci si ferma a una notizia, ma non la si approfondisce». Ora, quando lo incontra per i corridoi di viale Mazzini, «basta uno sguardo per intendersi». Passato dall’appuntamento quotidiano di Casa Raiuno a quello settimanale de L’Arena («che mi ha permesso di vivere con più serenità e senza l’adrenalina tutti i giorni») ora a Massimo manca un po’ la prima serata: «Con continuità professionale ho fatto solo Beato tra le donne, ma in questo periodo è un po’ complicato trovare progetti da portare in onda». A proposito di progetti, il discorso scivola sull’imminente estate: «La scorsa ho lavorato molto e per la prossima ho ricevuto proposte per due o tre cose, ma credo che sia giusto staccare un po’. Allontanarsi dal video fa bene a sé stessi». E dove andrà in vacanza? «Certamente in un posto lontano dai fotografi. Ho in mente di andare in un’isola tra la Turchia e la Grecia e da lì di spostarmi un po’». E il prossimo anno lo troveremo di nuovo a Domenica In? «Mi aspetto che gli ottimi ascolti e la nostra qualità trovino conferme».