Giovanni De Luna, ཿLa Stampa 15/5/2006;, 15 maggio 2006
«Come un comunista italiano dopo la rivelazione dei crimini di Stalin, nel 1956. La sensazione prima di incredulità, poi di sbigottimento; il confuso aggirarsi tra le macerie di un mito infranto; il faticoso avvio di un impietoso bilancio esistenziale, interrogandosi sullo spreco annoso di tante energie e tanta passione» (lo stato d’animo degli juventini secondo lo storico Giovanni De Luna)
«Come un comunista italiano dopo la rivelazione dei crimini di Stalin, nel 1956. La sensazione prima di incredulità, poi di sbigottimento; il confuso aggirarsi tra le macerie di un mito infranto; il faticoso avvio di un impietoso bilancio esistenziale, interrogandosi sullo spreco annoso di tante energie e tanta passione» (lo stato d’animo degli juventini secondo lo storico Giovanni De Luna).