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 2006  maggio 13 Sabato calendario

APERTURA FOGLIO DEI FOGLI 15 MAGGIO 2006

Sa per caso se ieri la Juve ha vinto lo scudetto? [1]
Lo scudetto? Pensino a evitare la serie B piuttosto! [1]
Addirittura... [1]
Da qualche giorno nella sede bianconera (ma anche nei palazzi più alti e più distanti, dalla Fiat all’Ifil) sta maturando la previsione di un destino drammatico, l’ipotesi di una retrocessione in serie B è presa seriamente in considerazione e tutto il resto (allenatori, acquisti, cessioni, direttori sportivi) sta lentamente passando in secondo piano. [1] Le dirò di più: qui non si pigliano solo squalifiche, qui si può andare in galera. [2]
Ma che è successo? [3]
Da agosto a settembre 2004 la procura di Torino ha compiuto intercettazioni sui telefonini di Luciano Moggi nell’ambito dell’inchiesta doping scoprendo che il d.g della Juve telefonava al designatore arbitrale Pairetto chiedendo un occhio di riguardo. [3] La frase più sospetta sta però in una telefonata di Lucianone all’amministratore delegato della Juve Antonio Giraudo, che dice di un arbitro: «se è furbo dimezza l’Udinese». [4]
E che vuol dire? [5]
Il sospetto degli inquirenti è che gli avversari più forti fossero presi in consegna con settimane di anticipo da arbitri teleguidato: cartellini sistematici, fino alla squalifica prima della sfida con la Juve. [5] Epperò De Santis... [6]
Chi, l’arbitro italiano che andrà ai mondiali? [6]
Lui, anche se non è più tanto sicuro che andrà in Germania... Comunque, ad Andrea Sorrentino della Repubblica ha detto che si era divertito a scaricare su internet gli orari delle telefonate e che se avessero controllato avrebbero capito... [6]
Che la telefonata era successiva alla partita incriminata? [6]
Bravo. [6]
E Giraudo che dice? [7]
Che la telefonata l’ha fatta a fine partita, mentre guardava gli high-lights in tv dopo aver notato che molti giocatori dell’Udinese protestavano duramente con l’arbitro nonostante fossero diffidati. «Ho sperato. La dimostrazione che non c’era niente di illecito è nel fatto che nessuno dei diffidati fu ammonito e Jankulowski lo fu su segnalazione del guardalinee» ha detto a Marco Ansaldo della Stampa. [7]
Comunque alla fine a Torino hanno archiviato tutto, o no? [8]
«Anche i pubblici ministeri fanno cilecca», ha scritto su Repubblica Giuseppe D’Avanzo. Maddalena indaga per corruzione di un pubblico ufficiale (Pairetto), Moggi è il corruttore. Deve dimostrare che il corrotto (Pairetto) gode della «promessa di denaro o di altra utilità». Si accontenta di quindici giorni di intercettazioni telefoniche, di due interrogatori (impiegati della Federcalcio), dell’elenco delle designazioni arbitrali. Solitamente, nei casi di corruzione si cerca il denaro. Con indagini patrimoniali, si cerca di capire se i beni del presunto corrotto (Pairetto) sono coerenti con il suo reddito. Se appaiono in eccesso, si scrutano i possibili punti di contatto con i conti bancari nella disponibilità del corruttore. Se non salta fuori nulla, si fa una perquisizione e si ”chiude il libro”, dopo l’interrogatorio degli indagati confidando - il più maligno dei pubblici ministeri - sul ”dilemma del prigioniero”. Esempio classico della teoria dei giochi. Due imputati di uno stesso crimine, se non possono comunicare tra loro, scelgono, per uno stesso calcolo di convenienza, la soluzione più svantaggiosa. Confessare. [8]
Invece? [8]
Invece, forse stufa di non ottenere risultati processuali, la procura di Torino ha archiviato il caso (curiosamente, Maddalena e non il titolare dell’indagine, Guariniello) con quel poco o nulla che ha cercato, licenziando un documento ambiguo che ora viene brandito, come assolutorio, da Giraudo e, come deontologicamente accusatorio, dai censori di Giraudo. [8]
E che validità hanno, nel procedimento sportivo, le intercettazioni, disposte per un’inchiesta penale poi archiviata? [9]
Teoricamente nessuna, dopo l’archiviazione la legge prevede la cancellazione delle intercettazioni, che non sono utilizzabili al di fuori dell’inchiesta originaria. Ma, come ha spiegato Antonio Di Pietro a Paolo Condò della Gazzetta, c’è un escamotage: nell’atto di archiviazione sono trascritti i testi delle intercettazioni, e quell’atto può venire assunto dal tribunale sportivo. [9] Comunque, l’inchiesta torinese potrebbe essere resuscitata dai coleghi napoletani [3]
Sarebbe a dire? [3]
Anche la procura di Napoli ha intercettato i telefoni di Moggi, questa volta per investigare sulla Gea, la discussa società di agenti guidata dal figlio Alessandro, che controlla oltre 200 tra giocatori e tecnici di serie A. L’indagine cerca le prove di «illecita concorrenza con violenza e minacce». In pratica, la Gea è accusata di controllare il mercato e di aver truccato i risultati di numerose partite del torneo 2004-05 vinto, ovviamente, dalla Juve. I favori non riguarderebbero solo i bianconeri, ma anche Fiorentina, Lazio, Milan, giù giù fino all’Avellino... Anche la procura di Roma indaga sulla Gea e sulle pressioni di Moggi per far allontanare il d.s. della Roma Baldini. [3]
Quante sono le persone sotto inchiesta? [10]
In tredici devono difendersi dall’accusa di associazione a delinquere: insieme a Lucianone, Giraudo, il vicepresidente dimissionario della Federcalcio Innocenzo Mazzini, gli ex designatori Pairetto e Paolo Bergamo, il presidente dell’Associazione arbitri Tullio Lanese, gli arbitri De Santis e Pasquale Rodomonti, il guardalinee Duccio Baglioni, l’influente impiegata della Federazione Maria Rosaria Fazi, il vicecommissario della Commissione arbitri Gennaro Mazzei, il segretario della Figc Francesco Ghirelli, il giornalista Rai Ignazio Scardina. Altri 22 sono indagati per frode sportiva: fra questi l’ex presidente federale Franco Carraro, il presidente onorario della Fiorentina, Diego Della Valle, il presidente della Lazio Claudio Lotito e il dirigente del Milan Leonardo Meani... [10]
Oltre alle intercettazioni ci sono anche dei testimoni? [11]
Sì, ma come ha fatto notare Franco Zavaglia, uno di quelli della Gea, si tratta di Pieroni, sotto processo per bancarotta; Dal Cin, squalificato per le valigette del Genoa; Gaucci, latitante a Santo Domingo... Ed ha avvertito: «partono le querele». [11]
Ma ’sti testi che dicono? [12]
Ermanno Pieroni, attuale dirigente dell’Arezzo ed ex dell’Ancona, in un’intervista a Repubblica del febbraio di un anno fa si era vantato: «Ho vissuto in un calcio corrotto, ma ho fatto il dieci per cento di quello che ho visto, a tutti i livelli. Ho pagato stipendi in nero, ho evaso le tasse, ma per questo ho fatto 53 giorni di carcere, 110 giorni di domiciliari». E poi aveva spiegato: «Se devo ricostruire chi me l’ha fatta pagare, Moggi è in cima ai pensieri». Tutto sarebbe cominciato il 14 maggio 2000 quando il Perugia di Mazzone battè 1-0 la Juventus negandole lo scudetto. Dice Pieroni che il martedì precedente la gara era stato avvicinato del presidente del Perugia Gaucci che l’aveva avvertito: «Se contro la Juve non giochiamo alla morte e non vinciamo metterò in discussione il nostro rapporto, passato, presente, futuro». La Lazio non poteva perdere lo scudetto per colpa del Perugia per due anni di seguito. Da notare che Capitalia, che stava nel consiglio di amministrazione della Lazio, aveva in pegno tutte le azioni del Perugia. [12] Ma la situazione è ingarbugliata: una figlia del presidente di Capitalia Cesare Geronzi, Chiara, oltre a fare la giornalista del Tg5 sta nella Gea, in questi giorni è pure finita tra gli indagati... [13] Ne vuol sentire un’altra? [14]
Prego [14]
Venerdì il capitano della Roma Francesco Totti, il più grande calciatore italiano, quello che ai prossimi mondiali tutti aspettano salvi la patria, ha detto che «bisogna ripartire da zero, fare pulizia totale di chi ha sbagliato, togliere le persone che nel calcio non servono a nulla». E mentre lo diceva aveva al fianco Fabrizio Lombardo, marito di Chiara Geronzi, chiacchieratissimo ex n.1 di Miramax Italia che ha ideato il sistema Footcall, col quale i tifosi potranno comunicare con Totti attraverso un numero verde... [14]
Quanti sono gli arbitri coinvolti? [15]
Almeno 19, contando pure gli assistenti. [15] Ci sarebbe una registrazione in cui l’ex arbitro Danilo Nucini racconta al presidente dell’Inter Giacinto Facchetti che quelli della Gea avevano fatto in modo che fosse informato dei vantaggi di carriera che gli sarebbero derivati da un buon rapporto con Moggi e il suo entourage. Sarebbe addirittura stato combinato un incontro con il dg della Juve, avvenuto in un albergo raggiunto con grandi precauzioni, e a Nucini sarebbe stata fornita una scheda telefonica Gsm da utilizzare unicamente per tenere i contatti con l’organizzazione. Il problema è che, interrogato dal pubblico ministero Ilda Boccassini, Nucini non ha confermato quelle dichiarazioni. Non solo, un anno fa Repubblica interpellò sulla vicenda Facchetti, che rifiutò qualunque dichiarazione. [16]
Non ci capisco più niente [16]
Nucini comunque ha parlato con Repubblica. A Marco Mensurati ha detto di aver aperto gli occhi il 14 gennaio 2001: arbitrava Juventus-Bologna, a nove minuti dalla fine dette un rigore contro i bianconeri che forse c’era forse no, fatto sta che lo misero in castigo per quattro domeniche, «punito come se avessi fatto la cosa più grave del mondo». Dice che bisognava essere amici degli amici. E che se non eri amico degli amici eri un nemico. [17]
Tra gli arbitri amici degli amici ci sarebbe De Santis? [18]
Forse sconta il peccato originale di quell’inesistente fallo di confusione in virtù del quale alla penultima giornata del campionato 1999/2000, quello poi perso dai bianconeri nel diluvio di Perugia, annullò un gol di Cannavaro, che allora giocava nel Parma, contro la Juve. Lui, comunque respinge ogni accusa e fa notare che lo scorso anno gli juventini si erano lamentati di alcuni suoi arbitraggi. Per essere più convincente fa sapere che dopo la sconfitta in casa contro l’Inter, in una gara importante per la volata-scudetto, Moggi & C. erano talmente inferociti con lui che manco passarono a salutarlo come solitamente si usa a fine partita... E ha concluso: «Certe storie sul mio conto mi hanno proprio stancato». [18]
Altre indagini? [19]
A Torino Giraudo è iscritto nel registro degli indagati per falso in bilancio: l’inchiesta nasce dalla denuncia dell’ex presidente del Bologna, Giuseppe Gazzoni Frascara, che aveva parlato a più riprese della esistenza del «doping amministrativo» nel calcio. La Gdf invitava i magistrati ad approfondire la cessione di Matteo Brighi al Parma nel 2002, l’acquisto, sempre dal Parma, del portiere Gianluigi Buffon, e lo scambio con il Napoli tra Nicola Amoruso e Raffaele Ametrano. [19] Ma l’amministratore delegato della Juve non molla, dice che le inchieste non lo sfiorano, che si tratta di roba vecchia. [20]
Risultato? [20]
Tutti a casa. Giovedì non si sono dimessi solo Giraudo, Moggi e Bettega, ma l’intero consiglio di amministrazione della Juventus. la soluzione peggiore, perché congela l’attività fino al 29 giugno quando l’assemblea nominerà i nuovi amministratori. [21] Per la Juve è comunque fondamentale prendere in qualche modo le distanze dai suoi amministratori: mostrandosi severa nei loro confronti, la società spera di aggirare la responsabilità oggettiva di cui potrebbe essere accusata nel processo che verrà istruito dalla giustizia sportiva. [20]
Tempi per il processo? [22]
Considerando: 1) il giorno d’arrivo degli atti penali, sconosciuto; 2) gli interrogatori dell’ufficio indagini; 3) i tempi di scrittura del dossier per la procura federale; 4) la stesura della motivazione di rinvio a giudizio; 5) infine i termini a difesa, sarà dura avere il giudizio di primo grado prima dei Mondiali. [22]
Lei che giudizio si aspetta [23]
Il caso è abbastanza nuovo e divide anche gli esperti di diritto sportivo. Quanto è emerso fino a ora è configurabile come illecito? Le strade possibili sono tre. 1) I dirigenti juventini non hanno commesso nulla di irregolare né per la legge ordinaria, né per quella sportiva. 2) stato violato l’articolo 1 del codice di giustizia sportiva, dove si parla del principio di lealtà. 3) stato commesso, appunto, un illecito sportivo. Nel primo caso, assai improbabile dopo la lettura delle intercettazioni, la Juventus non rischierebbe nulla. Nel secondo, ed è l’ipotesi più verosimile, Luciano Moggi, insieme ad Antonio Giraudo, andrebbe incontro a un sicuro deferimento e a una squalifica pesante. Magari un anno... Nel terzo caso, al momento il più remoto, scatterebbero sanzioni che vanno dalla penalizzazione in classifica, alla retrocessione, alla revoca dello scudetto. [23] Dipende dal tipo di responsabilità: diretta o oggettiva. [22]
Traduca [22]
Se verrà contestata la responsabilità diretta («le società rispondono direttamente dell’operato di chi le rappresenta ai sensi delle norme federali e sono oggettivamente responsabili agli effetti disciplinari dell’operato dei propri dirigenti») il fatto può essere punito secondo l’art.13 (comma ”g” e ”h”) e cioè «retrocessione ed esclusione dal campionato di competenza» che sono poi due sinonimi. Con questa incolpazione, dunque, non si parlerebbe di revoca dello scudetto dell’anno scorso. Se invece sarà contestata la responsabilità oggettiva (che riguarda però terzi non dirigenti che compiono un illecito a favore di un club) allora sarà possibile applicare il comma ”i” del citato art.13 che prevede la revoca dello scudetto dello scorso anno, sanzione moralmente più pesante. [22]
Mi faccia capire: la responsabilità oggettiva è sanzionata più duramente di quella diretta? [22]
 un assurdo giuridico, ma potrebbe essere aggirato da Disciplinare e CAF solo contestando alla Juve stessa la ”reiterazione” di più atti illeciti. Tutto questo se saranno accertati. [22]
E i vertici del nostro calcio che fanno? [24]
Franco Carraro, presidente della Figc, si è dimesso. Aveva annunciato l’intenzione di lasciare a fine dicembre la poltrona al suo vice, Abete. Perché se ne va proprio adesso? Perché, stando alla sua lettera, le vicende gravi e dolorose emerse dalle intercettazioni torinesi (e ancor più le indagini ancora aperte a Napoli e a Roma) richiedono un vertice federale forte e concentrato. [24] Il presidente della Lega Galliani, «il signor triplice conflitto d’interessi» (Lega, Milan, tivù), come lo chiama Crosetti della Repubblica, per il momento alle dimissioni non ci pensa proprio. [2] Anzi, ha fatto sapere che non ha motivi per pensare che lo scudetto juventino dell’anno scorso possa essere sub judice: «Finora si è letto di tante voci, di pissi-pissi bau-bau. Nessun fatto concreto e provato è emerso. un tiro al piccione e dobbiamo stare attenti», è stato il suo riassunto. [25] Poi ha proposto l’adozione di un «codice etico», come se il problema fosse la mancanza di regole. [26] Non bastasse tutto ’sto casino, è venuta fuori pure la faccenda delle scommesse. [27]
Scommesse? [27]
Sembra che Gianluigi Buffon, portiere della Juve e della nazionale, scommettesse sulle partite affidando forti somme ad un magazziniere della Parmalat, e che altrettanto facessero altri tre giocatori della Juventus che quest’anno non indossano più la casacca bianconera: Iuliano, quello famoso per il fallo da rigore su Ronaldo nella sfida scudetto del ’98, che manco a dirlo non fu concesso dall’arbitro Ceccarini; Chimenti, ex vice di Buffon adesso al Cagliari che alla vigilia di Pasqua dette di matto dopo aver parato un rigore a Del Piero; Maresca, quello che mercoledì ha fatto il fenomeno nella finale di Coppa Uefa vinta dal Siviglia 4-0 contro gli inglesi del Middlesbrough e ha pure segnato una doppietta. [27]
Dove scommettevano? [27]
L’amico di Buffon andava ad un Internet Point di Parma e via computer si metteva in contatto con allibratori inglesi. A questo punto finiscono le certezze e cominciano le indiscrezioni. Fonti vicine alla Juve escludono che le scommesse riguardassero il campionato italiano di serie A. L’Ansa sostiene che gli inquirenti (il nucleo speciale valutario della Guardia di finanza di Roma) si sarebbero soffermati su Atalanta-Juventus, ottavi di finale di Coppa Italia, stagione 2004-2005, 2-0 a Bergamo, 3-3 a Torino, con i bianconeri eliminati. Un’altra indiscrezione, non confermata, tira in ballo dei preliminari di Champions League dell’agosto 2004 il doppio incontro della Juventus con gli svedesi del Djurgarden. [27]
Come andò? [27]
All’andata la squadra di Capello pareggiò in casa 2-2, finendo prima sotto di 2 gol e recuperando nel secondo tempo con reti di Trezeguet ed Emerson. Gli svedesi avevano sbloccato il risultato con un rigore di Johansson. Nel match di ritorno, a Stoccolma, mercoledì 25 agosto, i bianconeri rimisero le cose a posto vincendo per 4 a 1 con gol di Del Piero, pareggio provvisorio di Arneng e reti di Trezeguet (2) e Nedved. All’andata arbitrò il tedesco Fandel di cui Moggi e Pairetto parlano in una telefonata intercettata il giorno dopo l’incontro. Celebre è ormai il «che cazzo di arbitro ci avete mandato?» che l’ex direttore generale della Juventus rivolge all’ex vicepresidente della commissione Uefa che designa i direttori di gare internazionali. Pairetto risponde: «Oh, è uno dei migliori». La conversazione culmina nell’altrettanto nota raccomandazione di «Lucianone»: «Oh, mi raccomando giù a Stoccolma, eh?». E Pairetto: «Porco Giuda, mamma mia, questa veramente deve essere una partita...». Battute assai suggestive (e oggetto ora, dopo l’archiviazione in sede penale, dell’indagine della Figc), così come è suggestiva la circostanza della puntata dei giocatori juventini sullo scontro con il Djurgarden. L’indiscrezione circola in ambienti giudiziari, ma non è confermata da chi ha svolto le indagini. [27]
Va a finire che Buffon non gioca i mondiali... [28]
Massimo Gramellini ha scritto che il nostro calcio assomiglia sempre più al wrestling e che fra un mese ci rappresenterà ai Mondiali senza un presidente, con un capodelegazione licenziato, un arbitro sotto schiaffo, un portiere indagato per scommesse e un commissario tecnico oggetto di chiacchiere fastidiose. [28]
Che chiacchiere? [29]
Dalle intercettazioni emerge che Moggi chiedeva aiuto all’amico Marcello Lippi, ct della Nazionale ed ex bianconero: «Se mi chiami questo giocatore in azzurro...». E non si riferiva a uomini-Juve: il giocatore era (pare) Massimo Oddo della Lazio, legato alla Gea. Lippi, che non bastassero i sospetti per il passato juventino ha pure un figlio che collabora con la Gea, ha subito sottolineato che «le convocazioni della Nazionale sono sotto gli occhi di tutti». [29] In effetti dei 63 calciatori chiamati da in due anni, solo nove gravitavano nella società del figlio di Luciano Moggi. Meno del 15 per cento. Non se ne ricava l’impressione della potenza del manager juventino: poteva fare meglio. [30]
Vabbè, già che ci siamo, sa mica se hanno già reso nota la lista dei 23 convocati per i mondiali? [30]