Macchina del tempo n. 5 maggio 2006, 5 maggio 2006
Il simbolo della Repubblica così come lo conosciamo oggi è stato scelto ufficialmente il 5 maggio 1948 dopo un lungo percorso creativo durato 24 mesi e due concorsi a cui parteciparono 500 concorrenti, sia artisti che dilettanti, che presentarono oltre 800 bozzetti
Il simbolo della Repubblica così come lo conosciamo oggi è stato scelto ufficialmente il 5 maggio 1948 dopo un lungo percorso creativo durato 24 mesi e due concorsi a cui parteciparono 500 concorrenti, sia artisti che dilettanti, che presentarono oltre 800 bozzetti. Allo scopo era stata istituita una commissione presieduta da Ivanoe Bonomi che aveva bandito un concorso nazionale per il nuovo stemma della Repubblica: non erano ammessi i simboli di partito, era obbligatorio inserire la stella d’Italia e bisognava trarre ispirazione ”dal senso della terra e dei comuni”. Ai primi cinque classificati sarebbe andato un premio di 10.000 lire (circa 250 euro). Il primo concorso (di cui vediamo a lato alcuni dei bozzetti) fu vinto da Paolo Paschetto, artista polivalente, anche se il simbolo (una città turrita, attorniata dai vari simboli dell’Italia) non passò l’esame decisivo. Paschetto vinse anche il secondo concorso (di cui non rimangono tracce) e finalmente il simbolo definitivo venne approvato. L’emblema è caratterizzato da tre elementi: la stella, la ruota dentata, i rami di ulivo e di quercia. La stella è uno degli oggetti più antichi del nostro patrimonio iconografico ed è sempre stata associata alla personificazione dell’Italia, sul cui capo splende raggiante. La ruota dentata d’acciaio è il simbolo dell’attività lavorativa. Il ramo di ulivo simboleggia la volontà di pace della nazione; la quercia incarna la forza e la dignità del popolo italiano.