Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2006  maggio 05 Venerdì calendario

"Ma perché uccidere un animale o tagliare una pianta non è peccato?, intervista a Fulco Pratesi. Che cos’è che le fa amare tanto la Bibbia? Forse legge e rilegge il ”sacro libro” attratto soprattutto dalla descrizione dell’ambiente di tremila anni fa? Io credo che la Bibbia, al di là di tante descrizioni truculente, contenga tutto: amori e odi, ricchezza e miseria, bellezza e orrore

"Ma perché uccidere un animale o tagliare una pianta non è peccato?, intervista a Fulco Pratesi. Che cos’è che le fa amare tanto la Bibbia? Forse legge e rilegge il ”sacro libro” attratto soprattutto dalla descrizione dell’ambiente di tremila anni fa? Io credo che la Bibbia, al di là di tante descrizioni truculente, contenga tutto: amori e odi, ricchezza e miseria, bellezza e orrore. Ma come naturalista mi hanno affascinato i tanti episodi concernenti piante ed animali che ci giungono dalla notte dei tempi e che rappresentano delle testimonianze non inquinate dalle considerazioni e aggiunte parascientifiche presenti in tanti testi successivi. Nella Genesi Dio comincia col dire che l’uomo deve mangiare semi e frutta, e poi com’è che gli permette di mangiare animali?  solo dopo il Diluvio che il Signore concesse agli uomini di mangiare «tutto ciò che si muove e che ha vita». I risultati di questa evoluzione dalla dieta vegetariana a quella carnea si sono subito visti: i patriarchi che hanno vissuto prima del Diluvio sono campati, stando alla Bibbia, dai 969 di Matusalem ai 365 di Enoc, mentre i patriarchi postdiluviani vissero molto meno: dai 500 di Arfaxad agli appena 119 di Tare. Come si vede, il mangiar carne accorcia la vita. Nell’arca di Noè gli animali come i grossi felini si saranno accontentati di un piattino di latte al giorno per quaranta giorni, o avranno mangiato altri animali? Non so di cosa si nutrissero i grandi carnivori nell’Arca di Noè. Ma presumo che la mano di Dio sia intervenuta anche in questo caso, realizzando la profezia di Isaia (11,7): «La mucca e l’orso pascoleranno insieme e pure il leone e il bue mangeranno l’erba». Purché, nell’Arca, Noè abbia provveduto a imbarcare molto fieno... Secondo una citazione rabbinica Dio, creando il mondo, disse all’uomo «stá attento a non danneggiare nulla perché poi non verrà nessuno a riparare il danno». Pensa che si possa ancora sperare che la cosiddetta biosfera se la cavi? Non credo che le religioni cosiddette monoteistiche, dal Cristianesimo, all’Ebraismo, all’Islamismo (religioni nate nei deserti del Medio Oriente) abbiano portato vantaggi al mondo della natura come invece è avvenuto per il Buddismo e l’Induismo in cui il rispetto per la vita in tutte le sue forme è sempre stato insegnato. E ancor oggi, per restare nel Cattolicesimo, mi sembra che poco o nulla vi sia che renda veramente effettivo un messaggio d’amore e difesa del Creato, dal leone al lombrico, dalla sequoia al lichene. Basti pensare che, per la Chiesa, la masturbazione è considerata peccato mortale, mentre uccidere per diletto un elefante o abbattere per vandalismo una quercia secolare non è in nessun modo considerato una colpa, neppure veniale. Alla base di tutto questo - ne ho parlato, da cattolico praticante, con molti teologi - c’è la paura del panteismo, una concezione religiosa che potrebbe riportare l’esecrato ”culto degli alberi sacri” contro il quale per secoli la Chiesa si è battuta. certo però che se non si evolverà verso un maggior rispetto per il Creato e un minore ”antropocentrismo” miope, sarà difficile salvare la cosiddetta biosfera.