Macchina del tempo n. 5 maggio 2006, 5 maggio 2006
Cacciatori di fossili. il padre di Ciro, il primo dinosauro italiano (Scipionyx samniticus) che ha vissuto nel Cretaceo inferiore circa 110 milioni di anni fa
Cacciatori di fossili. il padre di Ciro, il primo dinosauro italiano (Scipionyx samniticus) che ha vissuto nel Cretaceo inferiore circa 110 milioni di anni fa. Ma il suo curriculum non finisce qui. Cristiano Dal Sasso, paleontologo classe 1965, ha di recente condotto gli studi che hanno permesso allo Spinosaurus Aegyptiacus, i cui resti furono rinvenuti in Marocco nel 1975, di spodestare il Tirannosaurus rex dal trono dei carnivori. Con una laurea in Scienze naturali e un lavoro nella sezione di Paleontologia dei vertebrati del Museo di Storia naturale di Milano, Dal Sasso ci racconta il mestiere del paleontologo. Com’è il lavoro di un paleontologo? Non è come viene descritto nei film alla Jurassic Park, fatto solo di scavi avventurosi. in laboratorio che si spende la maggior parte del tempo. Gli scavi possono durare due settimane, un mese, ma il resto del tempo è fatto di studio e divulgazione dei risultati. I fossili che vediamo nei musei, che siano pesci o dinosauri interi, non vengono trovati già ripuliti. La preparazione paleontologica è come il restauro: si prende l’esemplare come la natura ce lo ha consegnato e lo si estrae dalla roccia; è un lavoro che si fa con martelli ad aria compressa come quelli dei dentisti, scalpelli, a volte acidi per far sciogliere la roccia senza distruggere il fossile. In seguito lo studio del fossile che terminerà con la pubblicazione su una rivista; è una fase lunga: quando si scopre una nuova specie si deve essere sicuri che qualcuno prima non la abbia già descritta e perciò è necessario andarsi a rivedere tutta la bibliografia. Per esempio nel nostro museo ci sono 200 mila esemplari da inventariare e conservare negli armadi. Anche quando si lavora nelle ”soffitte” dei musei, però, è possibile fare scoperte interessanti e rivalutare alla luce di nuove conoscenze esemplari passati inosservati in precedenza. Cosa guida il paleontologo alla ricerca dei fossili e dei siti di scavo? La scelta dei siti avviene raramente per caso. In genere si va a scavare in un posto dopo le segnalazioni di turisti o abitanti del luogo. In alcuni casi, invece, si tratta di una decisione presa a tavolino: si guarda la carta geologica e si vede in quale zona ci sono i fossili di una determinata era, quelli che ci interessa trovare. Se cerco dinosauri non andrò certo sui Colli Euganei dove le rocce sono vulcaniche e risalgono al periodo successivo all’estinzione dei dinosauri. Quale percorso consiglia a chi vuole diventare paleontologo? Il percorso di studi più giusto è Scienze naturali, perché spesso chi ha fatto Biologia ha conoscenze anatomiche e fisiologiche degli esseri viventi ma non un background adeguato delle rocce. Servono entrambe. Consiglio comunque di coltivare questa passione e di non farsi scoraggiare dai limiti della ricerca paleontologica in Italia. All’estero di sicuro un paleontologo ha molte più possibilità che dalle nostre parti.