Macchina del tempo n. 5 maggio 2006, 5 maggio 2006
Qual è il mistero della lingua etrusca? Perché è difficile decifrare la lingua degli Etruschi? (Risponde Enrico Benelli, ricercatore dell’Istituto di studi sulle civiltà italiche e del Mediterraneo antico del Cnr di Roma) La decifrazione non è un problema: l’alfabeto etrusco si legge dal 1789
Qual è il mistero della lingua etrusca? Perché è difficile decifrare la lingua degli Etruschi? (Risponde Enrico Benelli, ricercatore dell’Istituto di studi sulle civiltà italiche e del Mediterraneo antico del Cnr di Roma) La decifrazione non è un problema: l’alfabeto etrusco si legge dal 1789. Il vero problema è la traduzione dei testi, perché le lingue imparentate con l’etrusco sono conosciute molto meno dell’etrusco stesso, e quindi è impossibile utilizzare il metodo etimologico (cioè il paragone con lingue note) che si è dimostrato molto efficace per il Vicino Oriente antico. Ciononostante, la grande quantità di iscrizioni conosciute (più di 10.000) ha permesso di ricostruire una parte della struttura grammaticale della lingua e di raggiungere una ragionevole certezza nella traduzione di un buon 80 per cento del patrimonio lessicale a noi pervenuto, che non è poco. Infatti, altre lingue che versano in simili difficoltà documentarie (per esempio l’iberico) sono ancora quasi totalmente oscure. Le iscrizioni etrusche sono quasi tutte di carattere funerario o sacro; per questo motivo conosciamo abbastanza bene i termini lessicali collegati a questi due ambiti, mentre molte parole della vita quotidiana, che non trovavano espressione epigrafica, sono tuttora ignote.